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Ucciso di botte a 7 anni, lo psicologo della sorellina: “Un trauma come una grave ferita”

Le dichiarazioni dello specialista che sta assistendo la piccola rimasta vittima di forti fratture e contusione dopo l'aggressione di Tony Badre

Ha visto il fratellino morire dopo una lenta agonia causata da calci, pugni e forti percosse con un pezzo di legno, probabilmente un asse di un letto rotto. Lei ha solo 8 anni, lui ne aveva 7. Il carnefice che ha ucciso in preda ad un violento raptus di follia è stato il compagno della madre, il 24enne italiano con genitori di origini tunisine, Tony Essobti Badre.

Quest’ultimo si è prima accanito sul piccolo Giuseppe e poi ha scatenato la sua ira contro di lei provocandole gravi contusioni e fratture che le sono costate un ricovero urgente in ospedale. Il tutto sarebbe accaduto davanti alla loro madre, Valentina Caso. Noemi, questo il nome della bambina, è ricoverata presso l’ospedale Santobono di Napoli.

Assistita da medici e psicologi, la bimba sta lentamente guarendo dai traumi fisici. Ma ora, come spiegato dal Dottor Carlo BarbatiIl Mattino, bisogna provare a vincere la partita più difficile: quella del sostegno psicologico. E gli specialisti ce la stanno mettendo tutta.

Siamo nella fase acuta del trauma, quindi adottiamo un intervento contenitivo, lasciando parlare la bambina, cercando di non suscitarle sentimenti sgradevoli, ma anche essere in grado di risponderle, perché ai bambini non bisogna dire bugie. Ora parla tantissimo ma ogni caso è a sé. Potrebbe essere un segnale positivo, oppure indice di un cercare di rallentare l’elaborazione del trauma. Le richieste di cose buone? Sembra una richiesta di accudimento primario ma potrebbe anche essere segno di un desiderio di tornare alla normalità. Anche questo va interpretato col tempo. In casi come questo dobbiamo essere molto attenti, per evitare interferenze con l’incidente probatorio. Per questo l’approccio di lasciarla parlare è mirato a farle recuperare aspetti di positività, di relazione, in uno scambio aperto. Per noi è necessario saper rispondere alle sue domande ma anche avere informazioni sulle figure di riferimento della bimba, altrimenti non possiamo muoverci. I traumi di questo genere sono condizioni che vengono rappresentate come delle cicatrici. Da tanti studi si è visto che alcune condizioni traumatiche lasciano anche una traccia fisica. Molto dipende da come una persona riesce ad elaborare il trauma“, queste le dichiarazioni del Dottor Barbati riportate da Il Mattino.

LA RELAZIONE –  Valentina Caso aveva conosciuto la scorsa estate al mercato Tony, 24enne nato a Napoli da madre napoletana e padre marocchino, che per mestiere faceva il venditore ambulante di indumenti. La donna aveva perso la testa per il ragazzo più giovane di lei, già padre e reduce da una relazione fallita, fino a decidere di andar a vivere con lui a Cardito portando con sé i suoi tre figli, nati dalla precedente relazione (LEGGI ANCHE – Chi è il padre di Giuseppe e Noemi).

Il Corriere del Mezzogiorno ha raccontato di una trasferimento che ha scombussolato i figli di Valentina e in particolare Giuseppe, un bambino introverso con problemi di linguaggio che non voleva lasciare la scuola di Massa Lubrense. Il traumatico passaggio in fretta e furia da una scuola all’altra, dalle premure della nonna che cresceva i tre bambini alle mani di un uomo estraneo e della madre di quest’ultimo con problemi passati di alcolismo, avevano probabilmente reso i tre bambini particolarmente nervosi.

I FATTI – Il tutto è accaduto tra le 15 e le 16 di domenica 27 gennaio. Quando gli agenti del commissariato di Afragola, allertati dai vicini di casa della coppia, sono entrati nella casa “maledetta” ed hanno trovato il corpicino di Giuseppe sul divano. Inutile la corsa disperata all’ospedale di Frattaminore, il piccolo era già deceduto.

Al momento Noemi, che non è ancora a conoscenza della morte del fratellino, si trova in una struttura protetta, sostenuta da medici e psicologi. La madre non può avvicinarla e la posizione della donna è ancora al vaglio degli investigatori. Sarebbero state proprio le parole della piccola ad aver spianato la strada agli inquirenti in merito alla dinamica della tragedia. Tuttavia, Tonyè ricordato nella cittadina dell’area Nord in provincia di Napoli come un ragazzo per bene, tranquillo e gran lavoratore. Nonostante ciò, e come riportato da Il Messaggero, il rapporto tra il 24enne e la compagna sarebbe sempre stato caratterizzato dalla violenza.

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Tony ha precedenti per reati contro il patrimonio e alcune denunce per scippi e rapine. In passato è stato anche venditore ambulante ma privo di licenza. Ecco il messaggio del sindaco di Cardito: “Cose del genere si vedono in tv ma quando capitano sulla tua pelle non riesci a capacitartene. La famiglia non era seguita dai servizi sociali perché fino ad ora non c’erano stati mai problemi. Non conoscevo la madre dei bimbi perché veniva da un altro paese della zona“, queste le parole del primo cittadino Giuseppe Cirillo.

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