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Rione Sanità blindato, killer in trasferta a Giugliano: un’altra strage colpisce i Vastarella

Sono morti mentre giocavano alle slot-machine in una nota tabaccheria del centro storico di Giugliano, popoloso comune a nord di Napoli. Uccisi da un killer che, coperto da casco integrale, è sceso da uno scooter di grossa cilindrata guidato da un complice, è entrato nell’esercizio commerciale lungo il Corso Campano e ha mirato direttamente alla testa.

Una esecuzione in pieno stampo camorristico quella che ha portato alla morte giovedì pomeriggio, intorno alle 17, di Vincenzo Staterini, 51 anni, e del figlio, Emanuele, 29, due pregiudicati originari del Rione Sanità a Napoli e legati al boss Patrizio Vastarella, 47 anni, da un rapporto di sangue: la sorella di Staterini ha sposato anni fa il capo che comanda il clan di via Fontanelle, sottoposto oggi al regime della libertà vigilata.

Padre e figlio da oltre 10 anni non vivevano più nel Rione Sanità. Vincenzo Staterini faceva parte del gruppo di fuoco dei Vastarella-Tolomelli durante la faida combattuta a fine anni ’90 con i Misso. Faida che vide i primi soccombere e quindi costretti a lasciare il quartiere di Totò per poi farvi ritorno il decennio successivo dopo gli arresti e in pentimenti eccellenti avvenuti nel clan di Giuseppe Misso, ‘o Nasone.

Il duplice omicidio di ieri, sul quale sono in corso le indagini della Squadra Mobile di Napoli, potrebbe rientrare nella guerra che da diversi anni si sta combattendo tra le famiglie malavitose del Rione Sanità. Da una parte appunto i Vastarella-Tolomelli, legati all’Alleanza di Secondigliano e quindi alle famiglie Contini del Vasto, Licciardi della Masseria Cardone e Mallardo proprio di Giugliano. Dall’altro i Sequino di via Santa Maria Antesaecula e i Savarese della zona dei Cristallini. Nelle fila di quest’ultimi potrebbero essere confluiti i vecchi affiliati al clan Esposito-Genidoni-Spina, i cosiddetti Barbudos, colpiti un anno fa da arresti eccellenti dopo la morte del boss Pierino e del figlio Ciro. Quest’ultimi sarebbero stati colpiti dai Vatarella un mese dopo la strage delle Fontanelle, quando due killer furono protagonisti del duplice omicidio, in un’autofficina a Marano, di Giuseppe Fabio Esposito, rispettivamente padre e fratello di Emanuele, fedelissimo di Antonio Genidoni e ritenuto dagli investigatori l’autore materiale della strage nel circolo delle Fontanelle.

In un Rione Sanità blindato, dove l’attività di polizia e carabinieri diventa giorno dopo giorno sempre più asfissiante e i clan del territorio sono costretti a restare chiusi e bloccati nelle case come “topi di fogna“, è probabile che il commando di fuoco sia partito proprio dai vicoli del centro di Napoli per portare a termine il duplice omicidio e lanciare un messaggio ai rivali dei Vastarella-Tolomelli, già colpiti un anno fa, il 22 aprile del 2016, dalla strage delle Fontanelle dove morirono Giuseppe Vastarella, fratello di Patrizio l’Immortalee il cognato Salvatore Vigna, e furono ferite altre tre persone, e a fine agosto, quando venne ucciso Vittorio Vastarella.

I killer probabilmente conoscevano le abitudini di Vincenzo ed Emanuele Staterini. Sapevano che passavano diverse ore il pomeriggio a giocare alle slot-machine nella tabaccheria che si trova a poche centinaia di metri dal municipio di Giugliano. Proprio il popoloso comune napoletano è fortino storico del clan Mallardo, cui i Vastarella sarebbero legati dalla storica Alleanza di Secondigliano. Probabile dunque che chi ha agito, lo abbia fatto all’insaputa del clan egemone sul territorio e grazie a qualche appoggio e specchiettista della zona.

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