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Omicidio Ruffa, pena dimezzata per i boss Contini e Lo Russo

Entrambi i capi clan erano stati condannati in primo grado a 30 anni. Oggi la Corte d'appello ha ridotto la pena a 16

Una sentenza che farà discutere ma che va come sempre rispettata. Un caso che va avanti da più di 30 anni e che riguarda uno dei tanti omicidi di camorra. Il protagonista è Gaetano Ruffa cutoliano doc ucciso nel 1983. Dopo anni la giustizia ha fatto luce sulla vicenda condannando in primo grado lo scorso anno i boss Eduardo Contini detto o RomanoGiuseppe Lo Russo (entrambi attualmente detenuti al regime carcerario del 41 bis) a 30 anni di carcere. Oggi la svolta, infatti, la Seconda Corte d’Assise d’Appello del Tribunale di Napoli ha riconosciuto le circostanze attenuanti generiche per gli imputati riducendo la pena detentiva a 16 anni.

Una vittoria per gli avvocati difensori Raffaele ChiummarielloPaolo Trofino (legali difensori di Contini), Antonio AbetMario Valentino (legali difensori di Lo Russo) che hanno visto con questa sentenza praticamente dimezzare la pena nei confronti dei loro assistiti.

Gaetano Ruffa o Scatolaro è stato ucciso 35 anni fa, nel 1983 a Napolipiazza Carlo III. È stato anche lui una delle tante vittime della guerra tra la Nuova Camorra Organizzata (NCO) capeggiata da Raffaele Cutolo o Professore e la Nuova Famiglia (NF) guidata dai clan della città (GiulianoMissoZazaMazzarellaContiniLo RussoSarno) con a capo i Nuvoletta di Marano e Carmine Alfieri di Nola (alleati a loro volta con i Gionta di Torre Annunziata e Antonio Bardellino dei Casalesi).

L’anno successivo, nel 1984, le indagini si fermarono a causa dei scarsi indizi a disposizione degli inquirenti. Poi grazie alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Ettore Sabatino (storico affiliato del clan Lo Russo), gli investigatori sono stati in grado di ricostruire l’omicidio e risalire ai mandanti e agli esecutori. Le affermazioni di Sabatino hanno trovato riscontro nelle dichiarazioni di altri pentiti, come Giuseppe Misso, Salvatore Lo Russo e Salvatore Torino e confermate attraverso dati oggettivi. Lo stesso Sabatino ha ucciso Ruffa su ordine di ContiniLo Russo. Il delitto avrebbe aperto la strada a o Romano nel prendere il controllo del quartiere napoletano di San Giovaniello.

Eduardo Contini è stato arrestato nel 2007 dopo anni di latitanza. Proprio lo scorso 28 dicembre c’è stata una sentenza in primo grado del Tribunale di Napoli che ha condannato a circa sei secoli di carcere 68 esponenti del clan. Un processo che ha evidenziato la potenza economica e finanziaria del sodalizio. Giuseppe Lo Russo è stato invece arrestato nel 1998 in Spagna a Malaga. L’ex boss dei Capitoni di Miano detiene un primato: è l’unico dei suoi fratelli a non essersi pentito. Proprio per la collaborazione con la giustizia dei massimi esponenti dell’organizzazione criminale e i tanti blitz effettuati dalle forze dell’ordine (l’ultima lo scorso mese di novembre), il clan è stato messo in gravi difficoltà ed è diventato preda di altri sodalizi che hanno iniziato a prenderne il posto per il controllo del territorio in cui un tempo erano egemoni i Capitoni.

Omicidio Ruffa, pena dimezzata per i boss Contini e Lo Russo
Da sinistra Eduardo Contini, Raffaele Cutolo e Giuseppe Lo Russo