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ADL vs Mertens è solo l’ultimo capitolo della saga. La verità è che nessuno fa più il tifoso

Se ci facciamo la guerra in casa nostra, i risultati non arriveranno mai, il ‘Noi vogliamo vincere’ resterà solo un’inutile frase

Di Carmine Ubertone – Tutti tifosi di Dries Mertens, tutti contro Aurelio De Laurentiis. Tutti con il presidente, tutti contro il belga. Sembra scoppiata una guerra civile in casa Napoli, ognuno si è schierato da una parte sul fronte rinnovo di ‘Ciro’. Una vera e propria partigianeria senza rendersi conto che prima di tutto viene il Napoli, la maglia azzurra, solo dopo calciatori e dirigenti.

ADL vs Mertens, l’ultimo capitolo della saga

Si è venuto a creare un clima troppo avvelenato: non dimentichiamo che il Napoli viene da un 3° posto, non è retrocesso in Serie B, ma anzi fino a 5 giornate dalla fine lottava per lo scudetto. Così non si va da nessuna parte, si sta francamente esagerando su tutto. La società intervenga con decisione per mitigare tutto l’ambiente perché il giocattolo si sta sfasciando giorno dopo giorno sempre di più. Si analizzi, ma non ci si schieri, si punti a costruire e non a distruggere.

La verità che fa più male, che nessuno accetta

La verità che fa più male, che nessuno accetta, è una sola: nessuno fa più il tifoso. Tutti sono imprenditori, commercialisti, direttori sportivi, allenatori, presidenti e giornalisti. Ma dove è finito il vero sostenitore napoletano? Quello dell’Aldilà del risultato? Sullo stadio ormai si è latitanti se non contro Inter, Juventus e Milan.

Tutti si lamentano della qualunque, ogni cosa è buona per giudicare sui social senza conoscere. ‘Il presidente è un pappone che non caccia soldi’, ‘Insigne è un cafone’, ‘Quello è scarso, quell’altro fa piede e piede’ e altri mille epiteti offensivi. Dove è finita quella tifoseria che faceva tremare le squadre avversarie quando mettevano piede nell’allora San Paolo.

Non esiste più un fronte comune che vuole il bene del Napoli, ma solo pregiudizio e astio nei confronti della società e di Aurelio De Laurentiis. Il Napoli, finora, è l’unica squadra che ha comprato tre calciatori – Olivera, Kvaratskhelia e Anguissa – ma sui social ecco scatenarsi i vari commenti: ‘Olivera? Ma chi o sap’, ‘Il georgiano? ‘E’ come Vargas’, ‘Deulofeu? ‘Ma camma fa, non è buon’. La verità è che il Napoli, anche se prendesse Messi, impazzirebbero le critiche: ‘E’ vecchio, si viene a prendere la pensione qua’, Carlo Ancelotti docet.

Il presidente del Napoli non entrerà negli annali per i suoi modi di comunicare, non è per nulla la persona più simpatica del mondo ma, mai come quest’anno, finalmente, è stato chiaro con tifosi e stampa: ‘Bisogna dimezzare il monte ingaggi’.

La questione Dries Mertens

La questione Dries Mertens calza a pennello, il belga ha fatto la storia del Napoli, è un simbolo, un eroe, uno scugnizzo, ma per i conti del club, la sua richiesta è totalmente fuori mercato: Dries ha tutto il diritto di chiedere 4 milioni netti tra ingaggio e bonus alla firma, come il Napoli ha il diritto di voler ringiovanire l’attacco non puntando su un 35enne. Il dividersi ci sta, ma sono sempre i modi a fare la differenza. In altri top team, nessuno si è strappato i capelli per gli addii di Dybala, Kessie, Donnarumma e chi più ne ha, più ne metta. A Napoli, invece, tutto è ‘utile’ per creare scandalo.

E’ colpa del presidente? No. Qualcuno può dire che non è legittima la richiesta di Mertens? No. Diventa quindi inutile schierarsi, tutti hanno ragione, nessuno ha torto, però una società deve tenere in considerazione vari aspetti, dal campo, al portafogli, se non ci si può permettere il rinnovo di Mertens, lo si ringrazia, lo si saluta e lo si porterà per sempre nel cuore.

Inutile aizzare polveroni e guerre civili. E’ un qualcosa che non fa altro che dannare un ambiente ormai devastato per le fazioni pro e contro De Laurentiis. Non si può andare avanti così, le squadre del Nord già possono contare su tanti ‘favori’, se poi ci facciamo la guerra in casa nostra, i risultati non arriveranno mai, il ‘Noi vogliamo vincere’ resterà solo un’inutile frase messa lì tanto per fare polemica anche su un terzo posto in campionato.

Il tifoso torni a fare il tifoso

Il tifoso deve fare il tifoso, deve sognare il grande acquisto, deve sperare nella vittoria del campionato, basta fare altri mestieri in cui c’è gente che viene pagata profumatamente. Basta pensare a De Laurentiis che dice ‘la pizza non mi piace, o ‘Napoli non funziona’. Il tifoso si deve interessare di quello che fa De Laurentiis per il Napoli.

Per tornare a vincere serve un fronte unito, ‘spalla a spalla’,  servono giocatori che abbiano fame e non che vengano pagati per la fama. Bisogna aprire gli occhi, per fortuna o per malasorte, De Laurentiis è il presidente del Napoli. Ad oggi non c’è nessuno capace di poter investire a Napoli, nessuno che possa prendere il posto del tanto criticato Aurelio. Abbracciamoci la croce, questo abbiamo, null’altro.

La società ha tante colpe sia chiaro, tante promesse mancate, una comunicazione da dilettanti, mai un’operazione simpatia verso i tifosi, ma se i vari Mertens e Koulibaly, dopo 9 anni, vogliono giustamente cambiare aria, siano liberi di farlo senza alzare teatrini: sono dei professionisti che valutano tutto, anche ‘il vile denaro’. Se non si arriverà ad un accordo per tenerli è giusto che vengano ceduti: verranno per sempre ricordati per quello che hanno fatto.

E’ tempo di aria nuova, ma soprattutto di abbandonare la partigianeria di turno e tornare ad avere un identità comune, quell’autentica napoletana.

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