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Omicidio Willy Monteiro, parla amico fratelli Bianchi: “Testa colpita come un pallone”

Emergono particolari agghiaccianti dalla testimonianza resa nella giornata di giovedì dinanzi alla Corte d’Assise del tribunale di Frosinone nel processo per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, il 21enne ucciso di botte nel settembre del 2020. A parlare è Vittorio Edoardo Tondinelli, amico degli imputati, Gabriele e Marco Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia.

La testimonianza sull’omicidio di Willy Monteiro

E’ lui a parlare di quel calcio sferrato contro la testa del povero Willy, che era inerme a terra: “Quando Willy era già stato colpito con un calcio, finito contro una macchina prima e a terra poi, Marco (Bianchi, ndr) mi ha fatto il gesto di risalire in auto. È stato a quel punto che ho visto Francesco Belleggia sferrare un calcio allo stesso ragazzo quando era ormai a terra. Lo ha colpito alla testa come fosse un pallone. Era come un calcio di rigore“. 

Tondinelli ha poi raccontato cosa è accaduto quella sera: “Insieme, io, Marco che guidava, Gabriele, Omar e Michele, siamo rimontati in auto per tornare ad Artena, al pub del fratello dei Bianchi, Alessandro. Solo Pincarelli non è venuto con noi. Il nostro amico Omar era arrabbiatissimo, continuava a ripetere che non serviva, se la prendeva con Belleggia perché secondo lui si era comportato da coniglio“. Belleggia secondo il racconto avrebbe iniziato a picchiare Willy solo dopo l’arrivo dei due fratelli Bianchi: “Inerme fino all’arrivo di Marco e Gabriele Bianchi, iniziando solo dopo a picchiare. Omar gli voleva tirare uno schiaffo, strillava anche a Marco e a Gabriele. In particolare rimproverava Belleggia di aver colpito con un calcio Willy quando era a terra ma lui negava, diceva ‘ma quale calcio?”. 

Secondo la testimonianza, inoltre, anche i fratelli Bianchi avrebbero ripreso Belleggia per quel calcio sferrato quando Willy era ancora a terra: “Avevano rimproverato Belleggia invitandolo ad assumersi le proprie responsabilità, arrabbiati per il colpo dato a terra. Conosco Marco e Gabriele da 4, 5 anni, abbiamo diviso bravate e discussioni, ma mai una cosa così eclatante”.

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