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Omicidio Willy, i fratelli Bianchi dal carcere: “Ci vogliono uccidere, sputano nei piatti”

“Ci sputano nel piatto, ci chiamano infami. Una volta mi hanno messo un chiodo dentro il dentifricio. Ci stanno i bravi e ci stanno quelli non bravi, le merde”. Sono queste le parole, riportate da la Repubblica, che Marco Bianchi ha detto al fratello durante un colloquio in carcere, intercettato dai carabinieri.

Accusati dell’omicidio di Willy Monteiro Duarte, si trovano in carcere. Mario Pincarelli, e i fratelli Gabriele e Marco Bianchi, sarebbero infatti presi di mira dagli altri detenuti. Mario avrebbe raccontato al padre in un colloquio di aver pensato anche al suicidio.

L’omicidio di Willy Monteiro Duarte a Colleferro

Il processo per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte va avanti. Fondamentale la testimonianza dell’amico di Willy, che ha assistito al pestaggio e alla morte del 21enne di Paliano. “Dopo il primo calcio ho provato a soccorrere Willy per portarlo via, ma appena ho provato ad afferrarlo mi è arrivato un calcio alla gola. Ho alzato anche le mani. Lui mentre era a terra veniva picchiato e ogni volta che provava a rialzarsi continuavano a picchiarlo con calci e pugni. Tutti e quattro picchiavano”. Queste le parole di un amico di Willy che la notte tra il 5 e il 6 settembre era insieme a lui in piazza Oberdan.

Il ragazzo si riferisce a tutti e quattro gli imputati nel processo: Marco e Gabriele Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, l’unico del gruppo a trovarsi ai domiciliari. Tutti e quattro devono rispondere dell’accusa di omicidio volontario: rischiano l’ergastolo.

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