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Omicidio Willy, parla Alessandro Bianchi: “I miei fratelli sono innocenti, ecco cosa ho sentito al bar”

“Non sono stati i miei fratelli Gabriele e Marco a uccidere Willy”. Queste le parole di  Alessandro Bianchi,  fratello di Gabriele e Marco, accusati dell’omicidio di Willy Monteiro Duarte, durante un’intervista a Pomeriggio Cinque. Il ragazzo ha ricostruito i particolari della sera in cui è morto il 21enne, sostenendo l’innocenza dei suoi fratelli.

Omicidio Willy, parla Alessandro Bianchi: “I miei fratelli sono innocenti, ecco cosa ho sentito al bar”

Io ero al bar dove lavoro, – ha raccontato Alessandro Bianchi -, quando loro sono entrati insieme agli altri due arrestati. L’unica cosa che ho sentito dire dai miei fratelli, quando sono arrivati anche i carabinieri ed io ero con mia figlia di sei anni che ha iniziato a piangere: “Prenditi le responsabilità di quello che hai fatto“. Non ho visto a chi lo hanno detto ero di spalle. È successa.una cosa schifosa, siamo distrutti, ma non sono stati loro”.

La difesa di Alessandro

“La cosa più tragica e che fa più male è che il ragazzo è morto”, ha continuato, spiegando che “i miei fratelli erano lì ma la discussione era iniziata prima, loro sono stati chiamati da altre due persone, che volevano andare via. Hanno trovato sul posto gli altri due arrestati: non sto qui ad accusare altri, ci sarà il processo. Io non sono un giudice, ma chi ha sbagliato deve pagare, tutti anche i miei i fratelli”. “Lasciatemi dire che nei giorni passati si è parlato solo di Marco e Gabriele: le cose sono state fatte in quattro, devono rispondere in quattro”, ha aggiunto.

La difesa di Alessandro Bianchi nei confronti dei fratelli, riguarda anche i precedenti penali che i due hanno. “Sono stati coinvolti in scazzottate, mai una cosa di questa gravità. Niente è normale, ma queste sono cose che succedono in tutti i locali. Comunque anche Belleggia e l’altro avevano precedenti simili. Non posso dire che i miei fratelli sono stati angeli, ma dire che sono stati loro a uccidere Willy lo devono accertare le forze dell’ordine. Io li conosco bene non avrebbero mai attaccato un ragazzo così fragile”.

Una famiglia distrutta

“La mia famiglia – ha concluso – è distrutta per questo. Mia madre ha detto: ‘non c’è nessun dolore più grande che per la famiglia di Willy’. Mia madre ripete che Willy poteva essere suo figlio, lei ragiona così, e la cosa che la fa morire dentro è che ci sono stati in mezzo i suoi figli a quello che è successo. L’unica cosa che mi solleva è che ci sono i testimoni che dicono che i miei fratelli non sono stati”.