Una serie di politraumi distribuiti tra torace, addome e collo, che hanno causato uno shock traumatico e indotto l’arresto cardiaco. Questi i risultati preliminari dell’autopsia, svolta oggi all’Istituto di medicina legale del Policlinico di Tor Vergata, sul corpo di Willy Monteiro Duarte, il 21enne morto domenica a Colleferro, in seguito a un pestaggio. L’esame e’ durato circa 3 ore.
Omicidio Willy, l’autopsia spiega come è morto il 21enne
“Ricordo subito l’immagine di Willy steso a terra, circondato da quattro o cinque ragazzi che lo colpivano violentemente con claci e pugni. Il mio istinto di protezione mi spingeva a gettarmi addosso a Willy per cercare di proteggerlo dai colpi che stava ricevendo, urlando agli aggressori che io ed Willy non c’entravamo niente con quanto eventualmente era accaduto prima”. Così si ha riferito agli investigatori un giovane testimone. L
e parole del ragazzo sono riportate nell’ordinanza di custodia cautelare che ha convalidato l’arresto dei quattro accusati dell’omicidio di Willy Monteiro Duarte. “Le mie richieste finivano nel vuoto – continua a spiegare il testimone – tanto che io stesso venivo colpito da calci e pugni, sempre dagli stessi ragazzi che avevano aggredito Willy. Non riesco a quantificare il tempo dell’aggressione, ma posso solo dire che la violenza subiti da me e Willy era inaudita. Terminata l’aggressione, ricordo di essermi subito delle condizioni di Willy, il quale, ancora steso a terra era privo di sensi. Gli aggressori, per quello che posso ricordare, si erano già allontanati, ed io e la mia amica cercavamo di soccorrere Willy, insieme anche a personale della sicurezza dei locali della movida, anche perché nel frattempo si erano avvicinate decine e decine di ragazzi, provenienti dai locali ed attirati da quanto stava accadendo“.
Rispondendo alle domande degli inquirenti lo stesso testimone spiega: “Ricordo che uno indossava una camicia di colore bianco ed aveva in viso tatuata una lacrima sotto l’occhio, nonchè diversi tatuaggi su entrambe le braccia e le mani. L’altro ragazzo, invece, aveva un avambraccio ingessato. Al momento dell’aggressione ricordo che oltre ai predetti ragazzi da me descritti, si sono uniti altri tre ragazzi di cui sono in grado di descriverne soltanto due. L’uno indossava una polo di colore verde, con capelli molto corti e l’altro aveva un vistoso tatuaggio sul collo. Per quanto ricordi, tutti i suddetti ragazzi, sferravano calci e pugni contro me e Willy. Ho un vivido ricordo di un paio di loro, non ricordo però chi di preciso che addirittura saltavano sopra al corpo di Willy steso in terra e già inerme”.
La testimonianza conferma quanto rivelato dall’autopsia sul copro di Willy
A conferma delle parole rese dal primo testimone citato nell’ordinanza di custodia cautelare sono arrivati i primi risultati della autopsia. Il corpo senza vita di Willy Monteiro Duarte presenta lesioni in diverse parti del corpo.
“Un quadro politraumatico dovuto al pestaggio subito”, si sottolinea. Un altro ragazzo ha spiegato agli investigatori dell’Arma: “Qualcuno mi urlava che il mio amico Willy, coinvolto nel parapiglia, si trovava steso a terra ed io, facendomi spazio tra la gente, in effetti notavo Willy a terra sul marciapiede preso da spasmi tipo delle convulsioni. Attorno a lui c’era una moltitudine di persone e ricordo che qualcuno ha provato a soccorrerlo e rianimarlo”. Rispetto alla identificazione di chi ha aggredito si riporta nell’ordinanza del gip di Velletri una altra testimonianza che indica come “tra gli aggressori sono certo ci fossero i fratelli Gabriele e Marco Bianchi di Artena che conosco per averli visti altre volte in passato ed anche attraverso i social media e Mario Pincarelli che conosco per le stesse ragioni”. E poi tra quelli che menavano calci e pugni “c’era anche una quarta persona, un ragazzo che non so come si chiama ma che ricordo aveva un braccio ingessato e che pure è sceso dal Suv Audi… La quinta persona che io ho visto e che di certo era presente in loco durante l’aggressione era (…), persona che pure conosco bene per averci anche giocato a calcio in passato in squadre avversarie. Per quanto riguarda lui, non so dire se è sceso dal Suv con gli altri 4, non so neanche dire se ha partecipato all’aggressione, posso invece affermare con certezza che ha tentato di calmare uno dei fratelli Bianchi. Ricordo addirittura che lo ha afferrato da dietro nel tentativo di bloccarlo”.