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Camorra, blitz contro il clan Sequino: 30 arresti. I boss comandavano dal carcere

Scacco al clan Sequino del Rione Sanità a Napoli. Blitz nel cuore della notte dei carabinieri del Comando provinciale di Napoli che hanno arrestato 30 persone ritenute legate all’organizzazione criminale diretta dai fratelli Nicola e Salvatore Sequino, in carcere da anni ma, secondo quanto emerso nelle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia, continuavano a dare ordini durante i colloqui.

Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, porto abusivo di armi e spaccio di stupefacenti. Tutti i reati sono aggravati da finalità e metodo mafiosi. Secondo quanto emerso dalle indagini, la guida del clan Sequino è sempre rimasta nella mani dei capi storici Salvatore e Nicola Sequino, che davano gli ordini agli affiliati anche dal carcere, approfittando dei colloqui.

Tra gli arrestati anche Silvestro Pellecchia, cognato dei due boss detenuti (ha sposato la sorella) e considerato dagli investigatori uno degli elementi di spicco della cosca. Il clan Sequino, supportato dai Savarese, dopo essere uscito vittorioso dalla lotta per il controllo degli affari illeciti contro i Vastarella, sgominati da arresti e dal pentimento di alcuni suoi affiliati, ha iniziato a tessere alleanze strategiche nel centro storico di Napoli e nella zona dei Quartieri Spagnoli.

Non è da escludere un loro avvicinamento al potente clan Mazzarella nella guerra in corso contro i Saltalamcchia-Ricci-Elia, che controllano la zona che va dal Pallonetto al Cavone, passando per i Quarteri Spagnoli, e contro alcune famiglie di Forcella, legate ai Rinaldi di San Giovanni a Teduccio, il cui boss è stato arrestato sabato scorso. Tra queste anche i Sibillo, un tempo alleati dei Sequino, fino a quando il boss Salvatore Sequino non si schierò con i Buonerba, responsabili dell’omicidio del giovane capo della “paranza dei bimbi” Emanuele Sibillo.

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Nicola e Salvatore Sequino. In basso Silvestro Pellecchia

Nelle scorse settimane, Salvatore Pellecchia, 22 anni, venne ferito alle gambe in quello che gli investigatori ritengono un avvertimento di camorra. Il giovane, figlio di Silvestro Pellecchia, ha raccontato di essere stato avvicinato da due persone in piazza Municipio durante un tentativo di rapina dell’orologio. Versione assai “fantasiosa” che non ha trovato riscontro nelle indagini della polizia. Plausibile che Pellecchia sia stato ferito nell’ambito delle fibrillazioni che stanno interessando il centro della città.

L’attività investigativa ha consentito anche di sequestrare 630 grammi di amnesia e un vero e proprio arsenale costituito da un kalashnikov, cinque pistole, una mitragliatrice e tre fucili. Sequestrato anche un cospicuo munizionamento e un distintivo falso di riconoscimento della Guardia di Finanza. Droga e armi sono stati trovati nella roccaforte del clan Sequino. Durante le indagini sono state anche arrestate in flagranza di reato quattro persone, a cui sono stati sequestrati circa 1,3 kg di cocaina. In quest’occasione gli investigatori sono riusciti a provare che, in alcuni casi, l’approvvigionamento delle sostanze stupefacenti avveniva in Calabria, direttamente dal comune di San Luca.

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