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Non lo uccidono e disobbediscono al boss, assolti i killer: “Era un nostro amico”

La vittima, Raffaele Stravato, è stata uccisa nel 2015. A volere la sua morte sarebbe stato l'ex boss ora pentito, Carlo Lo Russo

Lo scorso mese di aprile l’autorità giudiziaria ha autorizzato l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere da parte della squadra mobile nei confronti di Luigi CutarelliCiro PerfettoVincenzo Carrino, ritenuti gli esecutori dell’omicidio di Raffaele Stravato.

Quest’ultimo è stato ucciso il 23 ottobre 2015 e ad averne decretato la morte sarebbe stato il boss, oggi detenuto e pentito, Carlo Lo RussoStravato avrebbe tradito i ‘Capitoni alleandosi con il gruppo criminale capeggiato da Antonio Scognamiglio rivale di Antonio Lo Russo, nipote del capo clan.

Ma la vicenda ha avuto un esito diverso in tribunale. Infatti, come riportato da Il Mattino, per l’agguato è arrivata questa mattina la prima sentenza, verdetto di primo grado che stabilisce due clamorose assoluzioni e tre condanne.

Ad essere assolti, sono stati Luigi Cutarelli Mariano Torre. Quest’ultimo anche lui diventato collaboratore di giustizia. Per gli inquirenti sono risultate decisive le sue dichiarazioni e quelle dell’ex boss Lo Russo. Confermate, invece, le condanne all’ergastolo per Ciro PerfettoVincenzo Carrino.

Decisive per Cutarelli Torre, le linee difensive dei loro avvocati che hanno insistito sull’aspetto dell’amicizia. Infatti, i due killer avrebbero più volte mancato volutamente il bersaglio in quanto amici di Stravato. L’aver disobbedito al boss è valsa l’assoluzione per entrambi.

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Non lo uccidono e disobbediscono al boss, assolti i killer: "Era un nostro amico"
Nei riquadri in alto a sinistra, in senso orario, Luigi Cutarelli e Mariano Torre. Nel riquadro grande al centro Raffaele Stravato. Subito in basso Ciro Perfetto. Nel riquadro grande a destra Carlo Lo Russo