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Omicidio Terzigno: le ultime parole di Pasquale Vitiello nelle lettere

Pasquale Vitiello è stato ritrovato morto la scorsa mattina dai carabinieri della compagnia di Torre Annunziata. Era in un vecchio rudere in via Vicinale Mauro Vecchio, non molto distante dalla scuola elementare nel quartiere Boccia Mauro dove lunedì mattina ha ucciso la moglie, Immacolata Villani 31 anni. La donna aveva appena accompagnato a scuola la figlia di 9 anni quando Vitiello ha avvicinato la moglie e, dopo un brevissimo litigio durato qualche secondo, le ha sparato un colpo alla testa, poi si è tolto la vita con la stessa pistola 800 metri più avanti.

Il medico legale ha accertato che Pasquale era morto da 24 ore. Si è ucciso, subito dopo aver ammazzato Immacolata. “Mio fratello era una persona perbene, non era un violento” dice Annalisa, la sorella di Pasquale Vitiello. Intanto l’uomo ha lasciato delle lettere nella casa dove viveva con la moglie, 20 per l’esattezza, rivolte alla figlia, a un amico e a se stesso, sequestrate dai carabinieri e consegnate alla Procura di Nola. In quelle righe tutto il dolore e la rabbia di un uomo che non accettava la separazione e la scoperta che la propria donna avesse un altro uomo.

TESTIMONIANZA CHOC DELL’OMICIDIO: “ERA TRANQUILLA” 

La separazione fa stare male, non va più bene” scrive Vitiello a se stesso. “Un giorno capirai quello che succede, quando ti farai grande” alla figlia. “Vivo una profonda ingiustizia e questo mi fa stare male perché voglio molto bene a tua madre“. “Purtroppo, siamo arrivati a questo punto senza sapere neanche come, la separazione è una cosa che mi fa soffrire, che non si può accettare. Ho subito un torto, l’unica cosa è farsi giustizia da soli“.

L’avvocato civilista Salvatore Annunziata, amico di famiglia che avrebbe dovuto seguire le pratiche per la separazione, secondo quanto riporta il Mattino, ha dichiarato che da quando Immacolata era andata via di casa il 4 marzo in seguito a un litigio avuto con la suocera, Pasquale aveva visto la figlia 3-4 volte:

Abbiamo parlato in maniera serena, non ho mai avvertito rabbia nelle sue parole. Si è ipotizzato sempre una separazione consensuale, dove fossero chiarite le modalità per  vedere la figlia. C’era da capire le intenzioni della moglie dopo che era andata via di casa (Immacolata era andata a vivere con il pare e la compagna n.d.r.)”.

"Era tranquilla e abbiamo parlato. Poi ho udito lo sparo e l’ho vista morire", la testimonianza choc dell'omicidio di Terzigno