Secondo quanto appreso da VocediNapoli.it, la donna si è trovata al centro di una grave frattura interna alla famiglia Formicola-Silenzio
Non sarebbe stato un regolamento di conti dovuto alla gestione degli affari illeciti e del controllo del territorio ad aver ucciso Annamaria Palmieri. Ad ammazzare “Anna Nino D’Angelo“, lo scorso 22 gennaio, sarebbero stati i sentimenti. Quelli che come una forza incontrollabile smuovono e cambiano gli eventi: amore, odio, passione e tradimento.
Secondo quanto appreso da VocediNapoli.it la donna avrebbe pagato un grave sgarro commesso contro la famiglia del boss Francesco “Franco” Silenzio. Quest’ultimo, attualmente in libertà, è il reggente dell’omonimo clan di San Giovanni a Teduccio, proprio tra quell’agglomerato di palazzine che compongono il famigerato “Bronx“.
Come è noto la famiglia Silenzio è imparentata con quella dei Formicola grazie ad un matrimonio di spessore. Infatti, Assunta Formicola figlia del boss Ciro attualmente detenuto, è la moglie di Silenzio. Ma da qualche tempo i rapporti tra i due nuclei non sono più idilliaci. Anzi sembrerebbe che vi sia una vera e propria rottura delle relazioni. Sullo sfondo un tradimento, quello che una donna del clan Formicola avrebbe commesso nei confronti di un uomo dei Silenzio. Una scintilla che avrebbe scatenato una frattura insanabile, causando addirittura la “cacciata” dal rione di alcuni membri appartenenti alla famiglia Formicola.
Dunque la Palmieri, vicina al clan Formicola, si sarebbe trovata nel mezzo. Avrebbe favorito l’incontro dei due amanti, un affronto imperdonabile per quelle che sono le regole della camorra. Non solo, ma avrebbe permesso ad un uomo inviso ai vertici del clan, l’ingresso nella famiglia. Addirittura, secondo quanto appreso da VocediNapoli.it, pare che poche ore prima della morte della donna, questa persona si sarebbe aggirata a bordo di un’auto all’interno del “Bronx“. Dopo aver sfidato le sentinelle del clan appostate come vedette, avrebbe insultato e inveito contro la famiglia Silenzio. Potrebbe essere stato questo l’episodio che avrebbe innescato la reazione del sodalizio. Infatti, poco tempo dopo, sarebbero entrati in azione i killer dell’organizzazione criminale.
Il resto è cronaca: gli assassini hanno ucciso la Palmieri nei pressi della casa del figlio, in via dell’Alveo Artificiale, strada parallela a via Taverna del Ferro nel cuore del “Bronx“, proprio a San Giovanni. Cinque colpi d’arma da fuoco, di cui due esplosi contro il viso della vittima, un agguato che odora di avvertimento, di sentenza. Uno sgarro lavato con il sangue di Annamaria “Nino D’Angelo“, sul cui omicidio continuano ad indagare gli inquirenti. Infatti, sono diverse le piste seguite dagli investigatori.
Gli agenti della squadra mobile diretti dal primo dirigente Luigi Rinella, stanno lavorando senza sosta. Nessuna ipotesi è lasciata al caso. Da quella passionale, appunto, a quella relativa agli orientamenti omossessuali della vittima. Ma resta sempre calda, quella riguardante le dinamiche criminali che caratterizzano gli equilibri del quartiere nell’area Est di Napoli. Infatti, il territorio sarebbe conteso da sei famiglie divise in due schieramenti. Da una parte lo storico clan Mazzarella, alleato con i Silenzio e il sodalizio dei Gennarella. Dall’altra il solito asse formato dai Rinaldi–Reale–Formicola. Proprio perché ci troviamo di fronte ad un contesto incandescente e pronto ad esplodere da un momento all’altro, l’allerta delle forze dell’ordine è ai massimi livelli.
