La donna conosciuta come "Nino D'Angelo" per il suo caschetto biondo era legata al clan Formicola. L'agguato potrebbe scatenare una violenta faida
L’hanno ammazzata come un boss, con due proiettili esplosi da una pistola e diretti al suo viso. Prima l’hanno aspettata sotto casa del figlio e poi le hanno sparato cinque volte di cui due in faccia. Colpi d’arma da fuoco come una sentenza, il cui movente è al vaglio degli inquirenti. Annamaria Palmieri alias “Nino D’Angelo” è stata vittima di un agguato, il primo del 2018, ieri sera a San Giovanni a Teduccio.
Dunque, la camorra ha ripreso a sparare e a mietere vittime. Questa volta uccidendo una donna la cui colpa, probabilmente, era quella di svolgere attività di manovalanza per il clan Formicola. Quest’ultimo, insieme ai Mazzarella e ai Rinaldi, da sempre si contende il controllo del territorio di questo quartiere dell’area orientale di Napoli.
Una zona al centro delle dinamiche camorristiche da mesi, nei cui vicoli sono stati protagonisti stese e attentati. Elementi caratteristici di un’area dove i confini tracciati dai sodalizi sono molti labili. Così dagli avvertimenti si è passati ai fatti e a cadere è stata proprio la Palmieri. Un quartiere dove si intersecano anche le dinamiche di un’altro territorio dove la tensione criminale è alle stelle: Ponticelli. Proprio da qui, dove resistono i superstiti del clan De Micco, potrebbe essere nato un interesse per il quartiere San Giovanni da parte di qualche organizzazione camorristica.
Al momento ci sono delle indagini in corso, con le forze dell’ordine che sono sulle tracce dei killer. La Procura ha anche disposto il controllo del cellulare della vittima, da cui potrebbero emergere elementi interessanti in favore degli investigatori. L’obiettivo delle autorità è di scongiurare una nuova guerra di camorra, a meno che il delitto non abbia una matrice passionale.