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Omicidio Verrano, protagonista la “paranza delle donne”

Sono emersi nuovi elementi sulla vicenda grazie alle dichiarazioni alla giustizia di una super testimone

Continua ad arricchirsi di elementi la vicenda che visto morire il 38enne Gennaro Verrano ucciso nei vicoli dei Quartieri Spagnoli lo scorso 17 novembre. I Carabinieri hanno arrestato il presunto assassino, il 23enne Francesco Valentinelli incastrato dalle immagini di una video camera di sorveglianza installata nelle vicinanze del luogo del delitto e dalle testimonianze di una donna parente della vittima.

Gli investigatori hanno appurato che il movente del killer è legato ad una questione familiare, complessa e conflittuale. Secondo quanto riportato da Il Mattino una testimone sta collaborando con gli inquirenti per far luce sulla vicenda.  “A marzo del 2016, sono stata accoltellata alla fronte da una stretta congiunta di Francesco Valentinelli, avvenne in pieno giorno, scoppiò una lite per motivi banali, poi fui colpita con un coltello alla fronte. In ospedale, al Vecchio pellegrini, per paura di una ritorsione dissi che ero caduta“.

Queste alcune delle parole della super teste. Al vaglio dell’autorità giudiziaria anche le dichiarazioni rese dallo stesso assassino, che ha ammesso di aver ucciso Verrano, ma sostenendo di averlo fatto per difendersi, in quanto il 38enne stava per ucciderlo. Ma il GIP (Giudice delle indagini preliminari) non sarebbe intenzionato a credere alle parole di Valentinelli, anzi le indagini si starebbero concentrando sul ruolo che le donne di entrambi gli schieramenti familiari hanno avuto durante tutto lo sviluppo dei fatti.

Ha scritto il GIP: “Non vi è dubbio che dopo l’aggressione raccontata dalla teste, subita tre giorni prima dell’omicidio, dopo l’imposizione di lasciare i quartieri spagnoli, il clima si era fatto incandescente. Valentinelli è armato e scende in strada, e lì decide di aspettare la vittima, descritta nel corso dell’interrogatorio (dallo stesso assassino reo confesso) come un violento. Si avvicina e spara e continua a sparare anche dopo averlo ferito, preso da una furia incontrollabile“.

Intanto lo scenario è rimasto incandescente in quanto i riflettori degli inquirenti sono accesi anche sulle possibili azioni vendicative del figlio di VerranoFrancesco “Checcolecco” attualmente detenuto per tentato omicidio e indagato per la morte di Mario Mazzanti avvenuta nel 2015. Il giovane è anche legato ad un gruppo che faceva parte della Paranza dei bimbi di Forcella.