Voce di Napoli | Navigazione

Chi è Salvatore Savarese, ex braccio destro di Misso, famoso per l’ora d’aria con Riina

Il 63enne boss dei Cristallini è stato sorpreso in un summit di camorra nel rione Sanità

Lo hanno trovato in casa sua, un appartamento nel cuore dei Cristallini, zona del Rione Sanità da sempre sotto il controllo del clan Savarese. Lui, il boss, Salvatore Savarese, 63  anni, aveva tutta l’aria di una persona pronta per andare a dormire, forse era già addormentato quando ha ricevuto la visita dei carabinieri.

I militari però non gli hanno creduto, sono convinti di aver visto anche lui nel blitz che ha interrotto la scorsa notte un summit di camorra organizzato proprio dal clan Savarese e svoltosi nel cortile dell’edifico dove abita il capo. Un’operazione che ha portato ad un arresto e alla fuga degli altri due partecipanti, tra questi, secondo gli investigatori, anche il boss. Salvatore Savarese è stato portato in caserma, è stato interrogato e denunciato per violazione della libertà vigilata nonché resistenza a pubblico ufficiale, visto che quando si è visto portare via dai carabinieri è andato in escandescenza.

LEGGI ANCHE – ARRESTATO IL BOSS SAVARESE: TRADITO DA UN RAID D’ONORE

Un summit di camorra, una riunione per stabilire le prossime mosse del clan in un contesto, come quello del Rione Sanità, dove il clima di tensione si mantiene costante e dove i sodalizi criminali in campo, compreso quello che fa capo a Salvatore Savarese, provano a restare a galla attraverso la gestione di diverse attività illecite (estorsioni e spaccio di droga in primis). Dopo la fine della faida tra il clan Vastarella e quello degli EspositoGenidoni (tra arresti e omicidi, tra cui quello del boss Pietro ‘Pierino Esposito e suo figlio Ciro, subito vendicati con la Strage delle Fontanelle durante la quale persero la vita Giuseppe Vastarella, nipote del capo clan Patrizio, e il cognato Salvatore Vigna), nel quartiere c’è stato un momento di stasi, una sorta di tregua voluta dai clan per allontanare la pressione delle forze dell’ordine e dell’autorità giudiziaria. Questo ha permesso alle diverse organizzazioni criminali di poter riprendere i propri affari illeciti sottotraccia.


Ma il Rione Sanità è un territorio troppo importante per lasciare al caso i confini di ogni singolo clan. Questa zona è il viadotto del traffico di droga che collega l’area Nord della città con il suo centro storico. Proprio per questo c’è stato il forte coinvolgimento del clan Lo Russo di Miano e dei loro rivali, il gruppo capitanato dal giovane ras Walter Mallo, legato anche sentimentalmente al clan di Pierino Esposito. I due schieramenti si sono combattuti in modo indiretto sfruttando le alleanze all’interno della Sanità: i ‘Capitoni’ alleati, forse indirettamente (almeno stando alle dichiarazioni del boss pentito Carlo Lo Russo) dei Vastarella e Mallo al supporto degli Esposito-Genidoni. Una guerra che è costata la vita al giovane e innocente Gennaro Cesarano, ucciso da una stesa eseguita dagli  stessi killer del boss EspositoLuigi Cutarelli, il kamikaze di Carlo Lo Russo, e Ciro Perfetto.

LA MAPPA DEL RIONE SANITA’
Ad oggi, i Vastarella sono ancora la famiglia egemone nella zona delle Fontanelle, i Savarese comandano nella zona dei Cristallini, i Sequino nella strada dove nacque Totò (via Santa Maria Antesaecula) i Mauro hanno il loro fortino nella zona denominata dei Miracoli. Tre clan forti in un unico quartiere, al centro di Napoli e confinante con la sua area Nord. Un equilibrio messo a dura prova giorno dopo giorno ma tenuto a bada negli ultimi mesi da una pressante attività investigativa di polizia e carabinieri.

Chi è Salvatore Savarese, ex braccio destro di Misso e boss dei Cristallini
Il boss Salvatore Savarese

IL PADRINO AMICO DI RIINA
Salvatore Savarese,
detto “il Padrino” probabilmente perché acquistò punti nelle classifiche criminali dopo aver trascorso l’ora d’aria con il capo dei capi Totò Riina,  è il capo dell’omonimo sodalizio criminale. Cresciuto sotto la guida dell’ex boss del Rione Sanità Giuseppe Misso, detto ‘o Nasone’, oggi collaboratore di giustizia, il 63enne è stato scarcerato da circa due anni e attualmente è sottoposto alla libertà vigilata: dalle 21 alle 7 non può allontanarsi dal proprio domicilio e non può, ovviamente, frequentare pregiudicati.

Negli ultimi anni Savarese, al centro di una lunga storia criminale che lo ha visto crescere come uomo di fiducia di ‘o Nasone, è stato arrestato nel dicembre del 2013, quando, guarda caso, fu sorpreso dai carabinieri in vicoletto Zuroli a Forcella durante un summit di camorra con affiliati del clan Mazzarella. Anche all’epoca era sottoposto al regime di libertà vigilata dopo essere stato assolto in appello per l’omicidio di Luigi Sgueglia, ucciso il 3 agosto del 1996 durante la faida tra i Misso e i Tolomelli-Vastarella. Per quell’omicidio Savarese fu incastrato dalle accuse del nipote omonimo di Giuseppe Misso. Accuse che però, nonostante una persanta condanna in primo grado, sono state respinte in Apello con il boss che è tornato in semilibertà dopo circa dieci anni di carcere.

 

 

 

Articolo di Andrea Aversa e Ciro Cuozzo