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Faida di Miano: il ruolo oscuro dei Licciardi e il ras Nappello graziato dai giudici

E’ in programma per mercoledì la riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato dal prefetto Carmela Pagano dopo gli ultimi omicidi che hanno interessato Napoli e provincia in appena 72 ore.

Le ultime due vittime in ordine cronologico sono Carlo Nappello, 44enne con precedenti per associazione mafiosa detto ‘O Pavone‘, e il nipote Carlo Nappello, 23enne con precedenti per spaccio soprannominato ‘Chicchilotto‘. I due sono stati crivellati di proiettili sabato pomeriggio a Miano, quartiere a nord di Napoli, mentre erano a bordo di un scooter Honda Sh di colore grigio in vico Valente, a pochi passi dalla sede della Municipalità e dalle loro abitazioni.

Un duplice omicidio, il quinto avvenuto nella zona dopo quelli di Giuseppe Guazzo (metà settembre 2016) e Domenico Sabatino e Salvatore Corrado (fine settembre), sul quale sono in corso le indagini dei carabinieri alle prese con quella che sembra essere diventata una violenta faida tra clan rivali per conquistare l’eredità dei Lo Russo, gli storici ‘Capitoni‘ che per decenni hanno controllato la zona prima degli arresti e dei pentimenti eccellenti. Dei quattro fratelli boss, solo il primo, Giuseppe, in carcere dal 1998 non ha collaborato con la giustizia. Gli altri tre, Salvatore, Mario e Carlo, hanno deciso di passare dalla parte dello Stato, così come Antonio Lo Russo, figlio di Salvatore, arrestato a Nizza nel 2014.

LE FAMIGLIE IN CAMPO
Da una parte i Nappello, guidati da uno dei bracci destri di Tonino Lo Russo, Valerio Nappello, graziato negli ultimi anni dalla giustizia e finito ai domiciliari per decorrenza dei termini nonostante le pesanti accuse (dall’associazione mafiosa al tentato omicidio, non tralasciando lo spaccio) nei suoi confronti. Così dal maggio di un anno fa, Valerio Nappello è tornato a Miano e, insieme alla sua famiglia, ha provato a riorganizzare il clan colpito però nel giro di 24 ore da sei arresti per estorsione e due omicidi, quelli del fratello Carlo e del nipote omonimo.

Dall’altra invece le famiglie Stabile e Ferraro, del vicino quartiere di Chiaiano, che negli ultimi tempi si sarebbero rafforzate grazie anche alla scarcerazione di alcuni affiliati apicali. In mezzo i cinque morti che rientrerebbero presumibilmente nello nuova guerra per il controllo del fortino dei Lo Russo e sul quale le indagini della Direzione Distrettuale Antimafia faranno luce nei prossimi mesi.

IL “TESORO” DA EREDITARE
Al centro della contesa la pesante eredità criminale lasciata dai Lo Russo: dallo spaccio di droga alle estorsioni fino ad altre sinergie camorristiche da siglare con altri clan della città. Un ruolo chiave in questa vicenda potrebbero averlo infatti i Licciardi della Masseria Cardone che negli anni hanno avuto un rapporto altalenante con i Capitoni e che potrebbero aver deciso di scendere in campo per allungare i propri tentacoli anche in altre zone.

Una situazione incandescente sul quale si stanno concentrando in queste ore le attenzioni delle forze dell’ordine, chiamate a arginare una escalation criminale che negli ultimi due anni ha interessato principalmente il Rione Sanità e la zona di Miano.