Hanno ucciso con venti proiettili Carlo Nappello, zio e nipote, rispettivamente 44 e 22 anni. In un sabato pomeriggio silenzioso Miano, quartiere della periferia Nord di Napoli, è stato sconvolto da una strage che non ha lasciato spazio all’errore: i killer, in sella a delle moto, hanno scelto un luogo angusto per mettere a segno il duplice omicidio, vico Vincenzo Valente, una stradina senza via di fuga.
Le vittime erano in sella ad un Honda SH grigio quando hanno compiuto l’ultimo tragitta della loro vita prima di esser raggiunte dai sicari. Si tratta di un agguato di camorra in piena regola ben pianificato che riaccende l’incubo della faida a Napoli perché Carlo Nappelo, zio e nipote, sono rispettivamente fratello e nipote di Valerio Nappello, reggente dell’omonimo clan che si trova agli arresti domiciliari. Il boss era un luogotenente del gruppo criminale dei lo Russo, anche noti come “i Capitoni”, nonché braccio destro di Antonio Lo Russo, che in quelle stradine di Miano aveva la roccaforte dell’impero. Lo storico sodalizio criminale, smantellato dagli eccellenti arresti e pentimenti degli esponenti di spicco, ha man mano ceduto il posto al gruppo dei Nappello che però non sono i soli a volere l’area Nord di Napoli, proprio da questa ipotesi ritorna in città la paura di una nuova guerra tra clan. Tre giorni fa la Direzione distrettuale antimafia di Napoli aveva chiesto e ottenuto sei ordinanze cautelari nei confronti di altrettanti presunti affiliati alla cosca Nappello, questi si occupavano infatti di riscuotere il pizzo nel territorio.
AGGUATO A MIANO, COLPO AL CAN NAPPELLO: VIDEO
Ma chi erano le vittime della strage di Miano? Diversamente da quanto detto in un primo momento Carlo Nappello zio non aveva precedenti a differenza del nipote che invece era segnalato per reati legati ad armi e droga. Il 22enne sulla sua pagina Facebook citava Charles Bukowski ed Ennio Flaiano, odiava i pentiti e manifestava il proprio dissenso verso questa categoria. Un figlio che ha distrutto la vita della propria madre, lì tra la folla pronta a piangere disperata per la morte del ragazzo e a chiedere vendetta. Un sorriso spezzato dai colpi di pistola, il ricordo di una giovane vita che oggi non c’è più.
LE INDAGINI. Gli investigatori stanno tentando di ricostruire la dinamica esatta dell’agguato, ma è ancora difficile capire cosa sia accaduto esattamente perché in zona non ci sono telecamere di sorveglianze e l’omertà è ancora troppa. L’ipotesi è sicuramente quella di un regolamento di conti, una nuova guerra di camorra per le zone di Miano, don Guanella, Piscinola, Marianella e Chiaiano, iniziata già lo scorso anno contro il gruppo degli Stabile – Ferrara.