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Elezioni in Francia, al ballottaggio Macron contro Le Pen: l’ex ministro in vantaggio

Le elezioni presidenziali in Francia hanno assunto una valenza internazionale per la posta che c’è in gioco. Infatti una vittoria della candidata di estrema destra Marine Le Pen (che rappresenta il Front National) porterebbe il paese d’oltralpe verso un feroce nazionalismo e conservatorismo oltre che allontanarlo inesorabilmente dall’Europa. A contrastare il vento reazionario la new entry della politica francese: Emmanuel Macron ex ministro dell’economia del quasi ex presidente François Hollande. Macron ha abbandonato il Partito Socialista per fondarne uno tutto suo, En Marche che basa la sua politica su una sinistra più liberale, europeista ed economicamente più aperta. Detto banalmente una sintesi tra la Terza via inaugurata da Tony Blair anni fa in Inghilterra e il renzismo che ha preso forza in Italia (nel mezzo la parentesi obamiana negli USA).

Nonostante i politici e i loro partiti citati sopra siano in declino e sfavoriti alle prossime tornate elettorali nei rispettivi paesi (in Gran Bretagna si voterà a giugno e nel Belpaese l’anno prossimo, fino a clamorose novità), Macron appare come il favorito nel diventare il nuovo presidente della Repubblica francese. La figura più adatta a scacciare lo spauracchio dell’estrema destra e soprattutto che mette definitivamente da parte gli outsider e rappresentanti dei partiti tradizionali: François Fillon (che ha sconfitto alle primarie l’ex presidente Nicolas Sárközy per poi essere indagato per il  Penelopegate) dei Repubblicani e Benoît Hamon che ha vinto le primarie tra i socialisti sconfiggendo l’ex primo ministro Manuel Valls. L’altro candidato presidente che avrebbe potuto insidiare la coppia Le Pen – Macron per il ballottaggio è Jean-Luc Mélenchon esponente dell’estrema sinistra.

Gli ultimi sondaggi, soprattutto dopo l’ultimo attentato che ha colpito il cuore di Parigi, hanno dato sempre in vantaggio Emmanuel Macron con il 24,5%, seguito da Marine Le Pen con il 23%. Più distanziati François Fillon e Jean-Luc Mélenchon, entrambi al 19%. Ha chiuso ultimo Benoît Hamon dato neanche al 10%.

Elezioni in Francia, al ballottaggio Macron contro Le Pen: l'ex ministro in vantaggio
Da sinistra: François Fillon, Emmanuelle Macron, Jean – Luc Melenchoc e Benoît Hamon

Nella prima elezione in cui non si candida il presidente uscente (anche perché a causa del terrorismo la popolarità di François Hollande è pari a zero), i dati che sono emersi dagli exit poll sono quelli previsti dagli ultimi sondaggi. Infatti Macron è dato al 24%, Le Pen al 22%, Fillon Melenchon al 19,5% e Hamon al 7%. La Francia sembra essere un paese di destra (il Front National e i Repubblicani insieme sono al 40%), con En Marche e l’estrema sinistra che spazzano via i Socialisti. Questi ultimi sono i veri sconfitti di questo turno elettorale. Infatti, Hamon ha pagato la pessima polarità e il minimo consenso conferito al suo partito e all’ormai ex Presidente (caso abbastanza raro per la storia politica francese). Invece, Fillon ha resistito ai guai giudiziari e Melenchon ha ottenuto un ottimo risultato. Nulla di inaspettato per la sfida decisiva: quella tra Macron e Le Pen, con il primo favorito.

Nonostante tutto lo spettro dell’estrema destra si allarga sulla Francia perché lo spoglio dei primi dati reali aveva dato in vantaggio la candidata del Front National, superata nella notte dall’ex ministro delle finanze del governo Hollande (23% a 22%). La distanza tra i due contendenti è molto risicata e l’arrivo della Le Pen in vantaggio al ballottaggio sarebbe stato un risultato sconvolgente per la repubblica francese. Tuttavia vi è una spiegazione per il sorpasso: i primi seggi scrutinati sono stati quelli dei piccoli centri, le cui urne hanno chiuso un’ora prima rispetto a quelle delle grandi città. Questo aspetto già fa emergere un dato da non sottovalutare: la Le Pen avrebbe il suo zoccolo duro nelle province, mentre il bacino elettorale principale di Macron è nei grandi centri urbani (ad esempio nella capitale Parigi si è registrato un plebiscito per il candidato di En Marche).

Un altro elemento che delinea un contesto unico riguarda i due partiti storici, quello gollista e conservatore (di cui ha fatto parte Jacques Chirac) e quello socialista dell’ex presidente François Mitterand che per la prima volta non raggiungono il ballottaggio. Quest’ultimo sarà fondamentale anche per comprendere quale potrebbe essere la futura maggioranza che guiderà l’Eliseo (considerato lo scenario abbastanza frammentato e le elezioni di giugno per eleggere l’assemblea nazionale). Adesso, la domanda sorge spontanea: i candidati sconfitti e i rispettivi elettori chi sosterranno al prossimo ed ultimo turno elettorale? Teoricamente Macron (che ha già incassato il sostegno pubblico di Hamon e Fillon, mentre Melenchon ha lasciato le mani libere ai suoi elettori) ma si sa, in politica tutto è possibile.

Elezioni in Francia, al ballottaggio Macron contro Le Pen: l'ex ministro in vantaggio
Foto da La Repubblica

Dunque facendo un breve riepilogo: in Olanda ha vinto la destra europeista, in Turchia Erdogan ha vinto il referendum presidenzialista, il 7 maggio conosceremo il futuro della Francia, a giugno quello della Gran Bretagna del dopo Brexit, a settembre si voterà in Germania (probabile la super sfida da l’Spd di Martin Shulz e la Cdu dell’attuale cancelliera Angela Merkel) e nel 2018 ci saranno le elezioni in Italia (senza dimenticare la vittoria Donald Trump negli Stati Uniti).

Con il destino della Francia tra le mani dell’enfant prodige Macron (creare un movimento politico a 40 anni e portarlo alle soglie della presidenza della repubblica in così poco tempo, senza che il suo massimo esponente abbia mai avuto una storia politica corposa come i suoi rivali, non è una cosa da poco) e la dame de fer Le Pen, il futuro dell’Europa è sempre più incerto, in attesa dei prossimi appuntamenti elettorali e l’ombra di Vladimir Putin che aleggia sul continente.