Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris non ha ufficialmente rivali politici sul territorio napoletano e campano. L’ascesa di Dema coincide con l’eclissi del Partito Democratico. Quello che sta accadendo in merito al tesseramento per il Pd in vista del prossimo congresso ha gettato ulteriormente i Dem nell’oblio. Nel frattempo De Magistris diventa interlocutore sgradito ma necessario del governo e punta alla candidatura di Michele Emiliano come prossimo segretario del Partito Democratico. Due ex magistrati e tra gli amministratori più in vista del Meridione alleati e che danno vita ad un’asse del Sud contro il sistema e l’establishment attraverso una propaganda demagogica e populistica. Sarà interessante assistere al futuro scontro tra l’attuale sindaco arancione e l’odierno presidente della Campania Vincenzo De Luca alle prossime elezioni regionali. Ma per allora De Magistris e Emiliano saranno alleati o faranno a gara a chi dovrà guadagnare più consenso politico a livello nazionale?
Nel frattempo De Luca è costantemente in rotta con De Magistris, con la differenza che il suo apparato partitico sta attraversando una delle crisi peggiori da quando il Pd è nato nel 2007, esattamente 10 anni fa. Il momento buio a livello nazionale si riflette perfettamente anche in ambito locale. Il governatore a tratti è parso allontanarsi dalla linea renziana, soprattutto dopo la cocente sconfitta al referendum costituzionale dello scorso dicembre. L’ultimo colpo per il Partito Democratico è arrivato in questi giorni con le dimissioni di Valeria Valente da capogruppo del Pd al consiglio comunale di Napoli. Il caso che ha dato l’ennesimo scossone ai Dem in Campania è quello definito listopoli. All’interno delle liste presentate in occasione delle ultime elezioni comunali, si sono trovate a loro insaputa 9 persone, di cui 7 a supporto della candidata Valente. Gli inquirenti hanno messo sotto inchiesta Gennaro Mola, braccio destro e compagno della Valente.
Nelle ultime settimane sono emerse diverse questioni che rappresentano, da una parte terreno di scontro politico tra la regione e il comune, dall’altra delle occasioni di rilancio sia della città che per la regione. L’invito da estendere sia a De Magistris che a De Luca è di perseguire una forte sinergia istituzionale che consenta a Napoli e la Campania di non perdersi nel caos delle polemiche che stanno travolgendo il mondo della politica. Di abbandonare i propri progetti carrieristici e di pensare al bene delle istituzioni che rappresentano. Questo, unita alla collaborazione con il governo centrale e al famoso Patto per Napoli, consentirà anche di poter gestire al meglio e risorse previste dall’accordo.
Ma cosi come si è visto per la nomina di Filippo Patroni Griffi (sostenuto da De Luca e non da De Magistris) a presidente del cda del teatro Mercadante , per la questione relativa alla gestione dei fondi europei, per la procedura volta all’abbattimento delle vele di Scampia e per il nodo più spinoso di tutti, cioè la bonifica di Bagnoli, il comune, la regione è il governo non riescono ad essere in sintonia.
IL PATRIMONIO IMMOBILIARE DEL COMUNE DI NAPOLI- 30mila abitazioni e 300 condomini da cui il comune di Napoli non guadagna nulla, nonostante ne sia proprietario. Il dato sconvolgente emerge da un’indagine condotta dalla procura contabile da Michele Oricchio e coordinata da Michael Sciascia insieme al supporto della guardia di finanza. Un vaso di pandora che si è aperto improvvisamente dopo lo scoppio del caso affittopoli. Appartamenti anche in zone lussuose, come nei quartieri di Posillipo e il Vomero, in pieno centro o sul lungomare della città, dove i canoni per abitare negli immobili in questione costano un’inezia rispetto al valore reale (dai 1.200€ ai 39€ mesili). Ma ci sono casi, ad esempio nella zona di Chiaia, dove i fitti costano addirittura 12€ al mese. Il totale del patrimonio immobiliare proprio del comune è pari a circa 60mila edifici, così distribuiti: 30.495 sono abitazioni, 23.191 locali e depositi, 81 le scuole, 563 i rustici, 1.235 i terreni e 251 monumenti e chiese. Il censimento e la gestione di tale ricchezza (non sfruttata) era affidata alla società di Alfredo Romeo. Oggi l’incarico e l’arduo compito è nelle mani di Napoli Servizi.
COMUNE E REGIONE SEPARATI IN CASA ANCHE SU TOTÒ- Il 15 aprile c’è il 50esimo anniversario della morte del Principe Antonio De Curtis, in arte Totò. La regione e il comune sono separati in casa e ciascun ente ha organizzato delle proprie rassegne. Il governatore Vincenzo De Luca ha affidato a delle società in house come la Fondazione Campania dei Festival e la Film Commission. Il comune ha invece presentato la mostra voluta dall’associazione Totò 50 e promossa e organizzata dall’assessorato comunale alla Cultura e Turismo con l’Istituto Luce, il Polo Museale della Campania-Palazzo Reale, la Rai e la Siae. Il sindaco Luigi De Magistris non ha trovato nessun punto d’incontro con il presidente De Luca, conducendo in autonomia i propri progetti. Una situazione che fa emergere una questione spiacevole in cui è evidente la frizione tra le due istituzioni.
A CHE PUNTO SIAMO CON LE UNIVERSIADI?- “Le Universiadi sono previste nel 2019, già i tempi sono diventati strettissimi. Dobbiamo procedere alla ristrutturazione di decine e decine di impianti sportivi, almeno la certezza finanziaria la dobbiamo avere altrimenti mi fermo. O diamo un’accelerazione tutti o il gioco diventa rischioso. Le Universiadi sono una opportunità straordinaria per rilanciare il movimento sportivo ma il 2019 è dietro l’angolo. Il ministro Lotti mi ha garantito che si risolverà ed ho incontrato anche De Vincenti, mi auguro che nel giro di due settimane abbiamo la certezza finanziaria“, queste le dichiarazioni di qualche settimana fa del governatore Vincenzo De Luca che ha lanciato un allarme sull’evento che coinvolgerà la regione Campania. Pronta la replica del capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Armando Cesaro: “L’accordo di Programma Quadro approvato ad agosto 2016 con la delibera n. 356, oltre ad individuare gli impianti sportivi da riqualificare, prevedeva la realizzazione di un Villaggio Olimpico da 3000 posti letto e ben 1.000 posti auto per accogliere atleti e accompagnatori. Poi scopriamo che l’ospitalità sarà data dalle strutture ricettive dell’Università, naturalmente di Salerno, e da alcune navi da crociera che stanzieranno nel Porto di Napoli. Del Villaggio Olimpico, che sarebbe dovuto sorgere nell’area ex Nato di Bagnoli, si sono perse le tracce. L’annuncio della nascita del Parco della Conoscenza e l’offerta in locazione di quell’area lascia presagire che questa soluzione sia totalmente tramontata, con il relativo stanziamento. Quello che è certo è che per ora, a parte quel milione di euro per pagare l’apparato burocratico messo in piedi da De Luca per l’evento, il capitolo del Gestionale del Bilancio 2017 dedicato al Villaggio Olimpico segna zero euro. A questo punto, vista la grande risonanza mediatica che si è voluta dare a questa manifestazione, serve un chiarimento dal governo regionale e dai vertici dell’Agenzia per le Universiadi in Commissione“.
Se la regione Campania dovesse fallire nella buona riuscita di quest’evento, il contraccolpo sarebbe davvero grave e causerebbe delle conseguenze molto negative per il territorio.
LO STADIO SAN PAOLO- La diatriba tra il comune e la SSC Napoli è tornata a gonfiarsi dopo la sconfitta degli azzurri a Madrid e in seguito alle dichiarazioni del presidente Aurelio De Laurentiis contro la squadra e l’allenatore Maurizio Sarri. In questa occasione De Magistris aveva dichiarato di appoggiare l’allenatore considerando fuori luogo le esternazioni del patron. La risposta della società azzurra non si è fatta attendere e attraverso un comunicato ufficiale, De Laurentiis ha smentito il sindaco sia in merito al post partita di Madrid che sulla questione stadio. Il momentaneo epilogo della situazione si è avuto in occasione della presentazione dei lavori che il comune ha fatto presso l’impianto di Fuorigrotta per l’attesa sfida di ritorno contro i Blancos in Champions League. I loghi del “Comune di Napoli” sono ovunque, quasi a testimoniare una sotto intesa risposta ad Adl che ha dichiarato a Madrid di voler costruire uno stadio da 20mila posti.
È più che necessario che il sindaco e il presidente riescano a trovare un accordo per il bene della città e dei tifosi, a patto che entrambi lo vogliano. Sembra, invece, che la polemica sia strumentale sia per l’uno che per l’altro, quasi come una gara che ha lo scopo di conferire quanto più consenso popolare possibile.
LA CRISI E L’INEFFICIENZA DELL’ANM- Il servizio di trasporto pubblico è una croce per i napoletani. I dipendenti, essendo in agitazione a causa delle gravi condizioni economiche in cui versa l’azienda, hanno scioperato in queste ultime settimane creando non pochi disagi ai cittadini. Nonostante gli appelli dell’Anm e dei sindacati le proteste non si sono sgonfiate. Problemi si sono avuti anche per la linea 1 della metropolitana con salti di corse e frequenti disservizi (anche tecnici). La risposta del sindaco De Magistris: “Il disagio che stanno vivendo in questi giorni migliaia di cittadini, a causa di un blocco anomalo di decine e decine di mezzi, è francamente non tollerabile. Abbiamo chiesto ad Anm, la più grande azienda di trasporto pubblico del Mezzogiorno e tra le più grandi in Italia, di predisporre le linee di risanamento per evitare il fallimento. Abbiamo chiarito le volontà del Comune:
• azienda totalmente pubblica, pur potendo vendere a privati fino al 40% delle azioni;
• nessun licenziamento e tutela dei diritti dei lavoratori;
• risanamento vero, a partire da una lotta senza quartiere verso eventuali sprechi;
• miglioramento del servizio.
Ad oggi non vi sono testi conclusivi delle decisioni aziendali mentre vi sono incontri con le rappresentanze sindacali già programmati.
Disagi all’utenza sulla base di fughe di notizie riportate dai giornali sono inaccettabili.
Noi non modifichiamo le nostre volontà però chiediamo di mettere i cittadini al primo posto, come sempre si è fatto“.
Lo scenario è però tragico: 45 milioni di debiti, 240 dipendenti da trasferire, biglietti che aumenteranno fino ad 1.30€ tra il 2017 e il 2019. Una soluzione al vaglio dei dirigenti di Anm in coordinazione con il comune, è quella di trasferire depositi e parcheggi, per un ricavo stimato intorno ai 65 milioni di euro.
L’ASIA È “AL TAPPETO”- Come affermato dall’amministratore Francesco Iacotucci “In riferimento alle richieste che pervengono dalle diverse municipalità e alle attività svolte finora, a causa delle difficoltà finanziarie dell’ente in relazione al pignoramento per contenzioso del consorzio cr8, l’Asìa si vede costretta a sospendere a far data da oggi tutti i servizi non compresi nel contratto di servizio dell’azienda. Pertanto attività quali prelievo di sfalci e potature, pulizia di aree oggetto di sversamento illecito di rifiuti, rimozione di materiali da proprietà comunali e quant’altro non rientrante nelle competenze di Asìa, non potranno essere effettuate fino a nuova comunicazione“. Insomma, tranne che per il core business della raccolta differenziata, molti altri servizi sono stati sospesi privando i cittadini di alcune funzioni necessarie e di cui hanno bisogno.
Uno dei fulcri di tutto ciò non è da individuare solo negli aspetti politici o di management. Anche l’aspetto economico è fondamentale: la mancanza di fondi, i debiti, le risorse sparite o che non bastano, hanno fatto scattare l’allarme della Corte dei Conti. L’autorità giudiziaria ha già indagato in passato sul patrimonio immobiliare comunale, sulla convenzione legata allo stadio San Paolo e attualmente ha aperto un fascicolo proprio relativo all’Asia. In generale la ragioneria dello stato ha puntato la sua attenzione verso le società interne che erogano servizi per conto proprio del comune di Napoli.
Ma non finisce qui, una questione esplosa negli ultimi giorni è quella che riguarda “Monumentando“, la società incaricata dal comune per promuovere partership con privati che finanzino il restauro di monumenti in città in cambio di pubblicità. A quanto pare l’iniziativa non solo fa acqua dal punto di vista dei ricavi in favore dell’ente comunale, ma le tempistiche per la chiusura dei cantieri si sono allungate in modo spropositato (addirittura la statua equestre “liberata” alla Rotonda Diaz presenta ancora dei graffiti nonostante la fine dei lavori). Sulla vicenda emerge un chiaro disaccordo tra la soprintendenza e il comune.
Insomma tra commissariamenti e amministrazioni pubbliche che agiscono con la scure della Corte, Napoli e la regione Campania affronteranno una stagione istituzionale tra le più dure che si siano mai viste.