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Valeria Valente si dimette da capogruppo PD al consiglio Comunale di Napoli

Questo lunedì mattina era stata formalizzata la richiesta di dimissioni da parte dei tre consiglieri comunali PD nei confronti di Valeria Valente e la risposta del capogruppo dem a Napoli non è tardata ad arrivare. In una lunga lettera la deputata ha spiegato i motivi che l’hanno spinta a questa decisione, sottolineando la profonda amarezza provata per la vicenda in cui è stata coinvolta, ribadendo nuovamente la sua totale estraneità ai fatti.

Valeria Valente si dimette da capogruppo PD a Napoli

E’ ancora aperta l’inchiesta sullo scandalo che ha coinvolto la lista civica “Napoli Vale”, in cui sono state candidate 9 persone a loro insaputa. Per la vicenda sono indagati Salvatore Madonna, consigliere comunale PD auto-sospesosi finché non sarà fatta chiarezza e Gennaro Mola, braccio destro e compagno della Valente. Il capogruppo PD aveva dichiarato che non si sarebbe dimessa fino a quando avrebbe avuto la fiducia del suo gruppo. E questa fiducia è venuta a mancare con la richiesta di dimissioni da parte della maggioranza della frangia dem in consiglio comunale (3 su 4, esclusa la Valente).

Così Valeria Valente ha comunicato le sue dimissioni in una lunga lettera pubblicata sulla sua pagina Facebook.
Come avevo detto più volte in queste settimane di fronte alla richiesta che mi è stata formalizzata stamattina dai componenti del gruppo consiliare e anticipata dalle dichiarazioni del segretario regionale della Campania rese nel corso dell’assemblea pubblica di venerdì scorso, non posso che lasciare il ruolo da capogruppo del Pd al Consiglio comunale di Napoli.

Fin dai giorni successivi all’apertura dell’inchiesta sui candidati a loro insaputa, inchiesta in cui non sono indagata, e rispetto alla quale continuo con fermezza a ribadire la mia totale e assoluta estraneità, avrei potuto continuare a mantenere la carica di capogruppo soltanto in presenza di una fiducia piena da parte del gruppo. Venuta meno questa fiducia, viene meno anche la mia funzione in Consiglio comunale di capogruppo del Pd. 

È stato un ruolo, quello di capogruppo, che ho deciso di ricoprire, su richiesta e d’intesa con il PD, per aiutare il mio partito a ricostruirsi un profilo politico e un radicamento in città dopo il risultato bruciante alle elezioni amministrative a Napoli, dove ha ottenuto un brutto 11%, frutto di anni di assenza e di mancata opposizione in Consiglio comunale a de Magistris, ma frutto anche di tante divisioni, alimentate prima e dopo, durante le primarie e nel corso della campagna elettorale, da chi ha dimostrato di essere mosso più dallo spirito di rivalsa personale, che dalla battaglia in nome di Napoli. Per quel risultato, per quell’11%, così come del resto su molte altre cose, ancora oggi, nessuno, a parte la sottoscritta, ha sentito il dovere di assumersi la sua parte di responsabilità.
Per me, inutile negarlo, è un momento di grande amarezza. Soprattutto per l’uso strumentale che viene fatto dell’intera vicenda.(…)

Io sono e resto, come sempre, fiduciosa e rispettosa del lavoro della magistratura. Mi auguro che anche nella vicenda dei candidati inconsapevoli si possa fare al più presto piena luce in nome delle persone finite in lista senza che ci dovessero essere, in nome di quelle persone oneste e perbene che hanno collaborato alla mia campagna elettorale, ma anche in mio nome, che da questa vicenda ho avuto soltanto danni, durante e dopo la campagna elettorale.
Si può perdere una battaglia ma il risultato finale è ancora da scrivere e io non mi rassegno e non mi piego a logiche e sistemi sbagliati. E sono certa che la comunità del pd, fatta al netto di suoi tanti dirigenti di persone oneste e perbene, sarà alla fine in grado di avere la meglio“.