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Camorra a Ponticelli, da feudo dei Sarno alla faida tra i clan D’Amico e De Micco

Continua il viaggio di VocediNapoli.it nella malavita della città. Il nostro reportage, che ha lo scopo di costruire la mappa della camorra a Napoli, si arricchisce di un ulteriore capitolo. Oggi raccontiamo quello che accade in uno dei quartieri più caldi della città: Ponticelli.

Ponticelli, secondo quanto riportato nella relazione della Dia, è il quartiere dove si sta verificando un continuo riassetto degli equilibri criminali. Dalle ceneri dello storico clan Sarno, nato negli anni ’80 dopo la guerra tra la Nco di Cutolo e la Nuova Famiglia, è stato decimato da arresti, omicidi e collaborazioni con la giustizia. Dopo la caduta del sodalizio che vedeva come capo Ciro Sarno, detto ‘o Sindaco perché ebbe un ruolo speciale nella spartizione delle case popolari del quartiere, si sono imposti sul territorio i clan dei D’Amico (i cosiddetti “fraulella” anch’essi indeboliti dalle operazioni dell’antimafia) e soprattutto dei De Micco. Quest’ultima famiglia è detta dei Bodo, poiché gli affiliati portano sulla pelle il tatuaggio di un personaggio dei cartoni animati che si chiama proprio così. Le due organizzazioni, in precedenza alleate sotto un unico cartello che ha preso il controllo del quartiere dopo la caduta dei Sarno, sono entrati in guerra a partire dal 2013. Per la ricostruzione delle dinamiche criminali sono fondamentali le dichiarazioni del pentito Domenico Esposito, ex affiliato dei De Micco.

In alto, da sinistra verso destra:: Luigi De Micco, Anna Scarallo (moglie di D’Amico), Marco De Micco, Anna De Luca Bossa, Ciro Sarno, Salvatore De Micco, Annunzia D’Amico, Salvatore De Bernardo

IL DECLINO DEI SARNO- L’organizzazione dei Sarno, dopo la guerra scatenata da Cutolo, ha stretto alleanza, per poi infrangerla, con i Misso e i Mazzarella con l’obiettivo di contrastare il potere dell’Alleanza di Secondigliano (ContiniMallardoLicciardi). Dopo aver condotto e vinto la guerra contro il clan De Luca Bossa e rotto il patto con i Misso e i Mazzarella, i Sarno hanno iniziato una faida contro questi ultimi, soprattutto per il controllo del territorio di San Giovanni a Teduccio. Il 1 aprile 2009 viene arrestato il boss Vincenzo Sarno, uno dei reggenti del clan. Il 5 aprile 2009 viene arrestato dai carabinieri a Roma un altro boss: Giuseppe Sarno. Il 29 settembre 2009 si pentono Salvatore Sarno detto ‘o Pazzo figlio del Boss Giuseppe Sarno ‘o Mussillo, e il super ras Ciro Sarno. Con decine di arresti e il pentimento di ‘o Sindaco si può affermare la fine del clan. Per questo, secondo il rapporto della Dia, è emerso il sodalizio D’Amico ma in particolar modo quello dei De Micco. Il “dominio” su Ponticelli e la contesa del quartiere non sono mai stati così in dubbio.

L’ASCESA DEI D’AMICO E LA FAIDA CON I DE MICCO – Una vittima eccellente causata dallo scontro tra i due clan è Annunziata D’Amico divenuta reggente del sodalizio dopo l’arresto dei fratelli Giuseppe Antonio, avvenuti negli anni precedenti. La donna è stata uccisa nel marzo del 2015 nei pressi della sua abitazione nel rione Conocal. Secondo gli inquirenti i mandanti del raid sarebbero i De Micco. Non è solo quello dei D’Amico e dei clan attualmente coinvolti nella guerra, però, il sangue che è stato versato nel tempo. Infatti la decisione dei vertici del clan Sarno di collaborare con la giustizia ha avuto delle conseguenze nefaste per i familiari rimasti a vivere a Ponticelli. Molti di essi sono stati vittima di minacce e addirittura costretti ad abbandonare il quartiere. Uno dei casi più cruenti è quello che si è verificato nel gennaio 2016: ad essere ucciso mentre rincasava con le buste della spesa in mano a via De Meis, è stato Mario Volpicelli 55enne cognato de ‘o Sindaco, poiché aveva sposato la sorella Mariarca, nonché zio di uno dei killer dei De Micco, Gennaro Volpicelli. Nelle settimane successive, poi, è stato ucciso Giovanni Sarno, fratello dei pentiti Ciro Carmine.

Lo scorso agosto ad essere colpito è il clan De Micco: vittima di un agguato è Flavio Salzano, 29enne pregiudicato. A novembre dello stesso anno alcuni killer sparano diversi colpi d’ama da fuoco contro Luigi De Micco, 40 anni e attuale reggente dell’omonimo clan, che riesce miracolosamente a scampare alla morte. Miracolo che non si ripete durante le feste natalizie, quando i killer ammazzano Salvatore Solla residente nel Lotto Zero territorio controllato proprio dai De Micco. Sull’omicidio gli inquirenti stanno ancora indagando, l’unica certezza è rappresentata dal fatto che Solla era un affiliato del vecchio clan De Luca-Bossa. Lo scorso 10 novembre 2016, infine, è miracolosamente sopravvissuto a un agguato Luigi De Micco, attuale reggente del clan dei Bodo, e fratello di Marco e Salvatore, attualmente detenuti.

BLITZ ED ARRESTI – Nel frattempo la giustizia italiana ha continuato a colpire i sodalizi che agiscono nella zona. Nel febbraio del 2015, è stato arrestato Salvatore De Micco, 29 anni, e reggente dell’omonima organizzazione. A giugno del 2016 un altro blitz, condotto da ben 300 carabinieri, ha colpito ancora la famiglia D’Amico. I militari si sono introdotti nel rione Conocal, roccaforte del clan: l’organizzazione gestiva nella zona le piazze di spaccio, il racket delle estorsioni e il commercio delle case popolari. L’operazione dei militari ha portato all’arresto di 90 persone accusate di associazione per delinquere di tipo mafioso, omicidio, estorsione, narcotraffico, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco. A novembre dello stesso anno è stato invece trovato ed arrestato Francesco De Bernardo latitante per 5 mesi e affiliato al clan D’Amico, prima del tradimento e il passaggio ai De Micco. Per conto di questi ultimi gestiva le piazze di spaccio, lavoro che De Bernardo già faceva per l’organizzazione rivale e ormai abbandonata. Il 3 luglio del 2017 sono stati condannati diversi affiliati di spicco al clan De Micco, tra cui il boss Salvatore (condannato a 8 anni dopo una prima condanna di 12 relativa ad un altro processo). I giudici si sono pronunciati in merito alle accuse della procura per associazione camorristica e gestione delle estorsioni.

LO SCONTRO GESTITO DALLE DONNE – Ad oggi a Ponticelli il controllo del territorio è nelle mani dei De Micco. I D’Amico, secondo le ultime indagini, avrebbero perso la guerra che si è sviluppata attraverso una faida brutale. Ma gli equilibri criminali saltati dopo l’uscita di scena del clan Sarno, continuano ad essere incerti così come il dominio dei De Micco. Questi ultimi dovranno continuare a guardarsi da un possibile ritorno dei D’Amico e dei De Luca-Bossa, oltre che dalla scure dell’antimafia che tramite blitz ed arresti sta creando non pochi problemi alle organizzazioni criminali del quartiere. Un aspetto importante, così come evidenziato dal rapporto della Dia, è rappresentato dal ruolo ricoperto dalle donne che in assenza dei boss, sono diventate le reggenti dei clan.

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IL BLITZ CONTRO I DE MICCO Il 28 novembre 2017 gli agenti della Squadra Mobile di Napoli, guidati dal primo dirigente Luigi Rinella e dal vicequestore Mario Grassia (sezione omicidi), hanno smantellato il clan De Micco di Ponticelli eseguendo 23  ordinanze di custodia cautelare. Di questi, 22 sono finiti in carcere mentre ai domiciliari è finito un collaboratore di giustizia. Sono tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, omicidio, estorsione, detenzione e porto illegale di armi, ricettazione e incendio, con l’aggravante del metodo mafioso prevista dall’articolo 7.  In manette anche Luigi De Micco, 41 anni, considerato dagli investigatori l’attuale reggente del clan. Fratello maggiore di Marco e Salvatore De Micco, arrestati negli anni passati, Luigi De Micco scampò lo scorso anno a un agguato. Per ulteriori dettagli leggi qui.

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