L'agghiacciante retroscena sull'episodio di violenza. Il racconto choc della vittima e quello dei presunti stupratori. "Avevano provato a seguirla"
Grande forza e dignità da parte della 24enne vittima di stupro, in quella che può essere definita come la “guerra” delle versione rese agli inquirenti. Ma l’arbitro, il Giudice per le indagini preliminari (GIP), Valeria Montesarchio ha le idee chiare. Secondo quanto riportato da Il Mattino, il GIP in base alle testimonianze raccolte, vede confermato il quadro accusatorio fornito dal pm Cristina Curatoli che sta lavorando sul caso sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Raffaello Falcone.
“Ho detto di no. Avevo ribadito più volte che non volevo un rapporto sessuale. Ma poi mi hanno spinta in ascensore ed hanno abusato di me a turno“, ecco alcune parti del racconto dell’orrore fornito dalla vittima al giudice. La versione dei fatti della 24enne, accompagnata in procura dall’avvocato Mario Capozzo, contrasta con quella resa dai presunti aggressori.
Questi ultimi avevano parlato di rapporto consenziente. Alessandro Sbrescia, 18 anni, Raffaele Borrelli, 19 anni,e Antonio Cozzolino, 19 anni, difesi dagli avvocati Eduardo Izzo, Antonio De Santis e Massimo Natale – come riportato da La Repubblica – hanno dichiarato rispettivamente di essere andato via dopo il rapporto, di aver salutato la vittima, di aver ricevuto una richiesta di soldi da parte di quest’ultima.
Ma per i tre ragazzi, in attesa del probabile ricorso che i loro difensori faranno al Tribunale del riesame, sono stati confermati gli arresti e la loro permanenza in carcere. Per il GIP il loro comportamento è stato, “gravissimo e animalesco” e il fatto che sul corpo della 24enne non siano stati rinvenuti segni di colluttazione, “non contrasta con la violenza subita, in quanto risulta provato che la giovane si trovava in stato di choc e impossibilitata a reagire, a causa dello spazio angusto e del trovarsi in inferiorità numerica rispetto ai tre aggressori“.
Inoltre il regime della custodia cautelare è stato anche motivato dal fatto che 20 giorni prima, Sbrescia, Borrelli e Cozzolino avevano già provato ad aggredire e violentare la vittima. Addirittura uno del branco si sarebbe denudato anche in presenza della 24enne. Ma dalle indagini e dalle testimonianze fornite da altre persone è emerso un ulteriore retroscena.
In passato uno dei tre ragazzi avrebbe seguito la giovane fino al pianerottolo di casa, per poi ritirarsi nel momento in cui era stato allontanato da un familiare della vittima. Per questo gli inquirenti hanno chiesto di visionare i filmati dei sistemi di video sorveglianza di altre fermate della circum. C’è il sospetto che i tre abbiano potuto provare a stuprare altre donne.
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