Alessandro Sbrescia, Raffaele Borrelli e Antonio Cozzolino sono ragazzi all'apparenza normali. Hanno distrutto una vita ed ora sono in carcere
Hanno solo 18 e 19 anni, Alessandro Sbrescia, Raffaele Borrelli e Antonio Cozzolino i tre ragazzi arrestati con l’accusa di violenza sessuale. Tre giovani che dovrebbero finire la scuola e pensare al proprio futuro e che invece hanno distrutto la vita di una ragazza e di due famiglie, quella della vittima e la propria. Non solo, hanno pregiudicato anche il loro futuro.
Questa mattina, dopo aver passato la notte nel commissariato di San Giorgio a Cremano, i tre sono stati accompagnati presso il carcere di Poggioreale. Per loro si apriranno le porte di una cella. In quel momento, come riportato da Il Mattino, erano presenti i loro parenti.
Urla di incoraggiamento da parte dei familiari ma anche il pianto di una madre. Sul volto di Alessandro, Raffaele e Antonio un mezzo sorriso, una reazione inconsapevole rispetto a quello che è accaduto e alle conseguenze che questa vicenda comporterà per le esistenze di tutte le persone coinvolte.
Alessandro e Raffaele sono amici inseparabili, Antonio ha conosciuto gli altri due durante gli anni trascorsi presso l’istituto tecnico nautico Cristoforo Colombo di Torre del Greco. Il più esuberante del gruppo, con precedenti per droga al seguito, è Sbrescia
Alessandro, invece, è cresciuto tra Sant’Anastasia e San Giorgio. I suoi genitori sono separati e lui viveva con la madre. Non studiava più e svolgeva lavoretti saltuari. Antonio si distingue dal gruppo per essere nato in una famiglia benestante e residente nella parte alta di San Giorgio.
PRESI NELLA NOTTE – Ora i presunti aggressori dovranno difendersi dall’0accusa di violenza sessuale di gruppo. A incastrarli le immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti nella stazione e le parole della stessa vittima che conosceva indirettamente uno dei tre aggressori. Gli agenti del commissariato di San Giorgio, diretti dal dirigente Pasquale Toscano, e gli uomini della Squadra Mobile di Napoli, li hanno individuati nella notte, portandoli in commissariato prima del trasferimento nel carcere di Poggioreale. All’esterno degli uffici di polizia del comune vesuviano cerano anche i familiari dei tre aggressori. Sarebbe stata decisiva l’identificazione dei tre fatta dalla 24enne.
DNA E TELECAMERE – La violenza è avvenuta intorno alle 18 in un ascensore che porta ai binari della Circum. Un orario dove generalmente c’è molta affluenza in stazione. Una volta scesa dal treno, la 24enne si è ritrovata ad affrontare i tre, che probabilmente già l’avevano scelta come “preda facile” perché sola. Poi l’aggressione, durata diversi minuti, avvenuta nei pressi di un ascensore che dà accesso ai binari della linea Napoli-Centro Direzionale-San Giorgio a Cremano. Gli investigatori hanno acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza e sono riusciti, agevolati anche dal racconto della stessa vittima, a risalire ai tre autori della violenza. Su disposizione della Procura (le indagini sono condotte dai pm Cristina Curatoli e Salvatore Prisco e coordinate dall’aggiunto Raffaello Falcone, a capo del pool “fasce deboli”) sono stati sequestrati i cellulari dei tre indagati e acquisiti campioni per l’esame del Dna.
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LA TRAPPOLA – “Gli agenti, nella serata di ieri, avevano trovato la 24enne rannicchiata in un angolo della stazione, sotto shock, in lacrime e con i vestiti strappati. Giunta in ospedale, la vittima aveva raccontato di aver incontrato un conoscente prima di entrare in stazione. Lui le aveva presentato tre ragazzi che, come la vittima, stavano andando a prendere un treno. Dunque la ragazza sarebbe entrata in ascensore e in seguito violentata”. Questa la nota del sindacato Unione Lavoratori Polizia di Stato che poi esprime “i più vivi complimenti” al dottor Toscano, Dirigente del Commissariato di P.S. di San Giorgio a Cremano, unitamente a tutti gli uomini che con la loro bravura e la loro perseveranza durante la notte hanno fatto si che si arrivasse a trovare i colpevoli ed assicurare alla giustizia i malfattori”.