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Morte Viviana e Gioele, il retroscena: “Lei sclerava contro il demonio e il bambino sguardava e stava zitto”

Retroscena che fanno rabbrividire emergono dietro la morte di Viviana Parisi e il figlio, Gioele. Dettagli che avrebbero potuto scrivere un finale diverso a quello che è passato alle cronache come il Giallo di Caronia. “Mi manda un’ambulanza a Venetico Marina? Mia moglie se n’è andata fuori di testa, dice cose allucinanti”. Sono le 9.20 del 18 marzo 2020. L’Italia è in pieno lockdown, quando a Venetico Marina, piccolo comune vicino Messina, un uomo disperato, Daniele Mondello, chiama il 112 per chiedere un’ambulanza per portare la moglie, Viviana Parisi, in ospedale.

Morte Viviana e Gioele, il retroscena dell’ambulanza

La donna, come racconteranno poi anche i medici che l’hanno assistita, era a terra, prona, “faccia a terra, come se stesse pregando” e gridava frasi sconnesse. Come ricorda anche la dottoressa intervenuta nell’abitazione, come si legge nella richiesta di archiviazione, come apprende l’Adnkronos. Viviana, in quella circostanza, ripeteva in modo ossessivo una frase inquietante: ”Abbiamo consegnato i nostri figli al demonio!!”. Secondo il racconto del sanitario, la deejay poi trovata morta l’8 agosto del 2020, era preoccupata per ”questa umanità in mano al diavolo…” ed era ”… rimasta in quella posizione per circa 10-15 minuti…”, fin quando non l’aveva convinta ”…a sedersi sul divano, o forse sul letto in camera da letto..”.

Il medico ha ricordato, ancora, che ”…Mentre la signora Parisi si trovava ancora a terra e pronunciava continuamente quelle frasi, il marito Daniele cercava di convincerla a venire con noi e a salire in ambulanza; ricordo che il bambino assisteva alla scena, guardava e stava zitto… … Nel frattempo sono arrivati i parenti del Mondello che mi vennero presentati per i suoceri della donna e per il cognato. Quest’ultimo veniva chiamato ”Maurizio”. Anche a loro, la signora diceva ”Abbiamo consegnato i bambini al demonio” e ripeteva continuamente questa frase”. La dottoressa ha riferito agli inquirenti che “fu costretta ad insistere per convincere Viviana ad andare in ospedale”. “Sono stata io a dire, ancora quando eravamo in casa, che se non si fosse convinta a venire in ospedale, saremmo stati costretti a fare un T.S.O. e sarebbe stato antipatico farlo davanti al bambino. Ricordo che dissi la seguente frase in modo amichevole: ”Non mi costringere a farti il TSO davanti al bambino!”. A quel punto si è convinta ad andare in ospedale”.

Nel frattempo è arrivato anche il parroco, padre Cleto, chiamato dal marito di Viviana, come si legge nella richiesta si archiviazione visionata dall’Adnkronos. “In quel momento Viviana era sconvolta e pronunciava frasi senza senso del tipo ”Padre Cleto è arrivato il tempo dell’apocalisse!!!”, racconterà poi il sacerdote ai magistrati. In ambulanza un’altra scenata. La dottoressa ha riferito di un altro particolare “piuttosto inquietante che si verificò durante il viaggio in ambulanza: Viviana aveva visto il simbolo medico del serpente all’interno dell’ambulanza e ne era rimasta molto ”colpita”, evidentemente collegandolo alla figura di Satana, più volte evocata”, scrive il Procuratore Angelo Cavallo nella richiesta di archiviazione. ”Durante il viaggio, la donna era abbastanza tranquilla. Ad un certo punto, la Parisi disse ‘Anche voi avete il serpente!”, ”Pure il serpente avete!”, con riferimento al simbolo riportato sul portellone posteriore dell’ambulanza. Ricordo che ha pronunciato questa frase parecchie volte, durante tutto il tragitto fino a Barcellona. Ripeteva questa frase continuamente con lo sguardo assente e quando le rispondevo che quello era semplicemente il nostro simbolo, non cambiava atteggiamento e continuava a rivolgerci quella domanda. Viviana non gridava e ci rivolgeva queste domande in modo tranquillo, seppure con espressione assente”.

Poi l’arrivo a Barcellona Pozzo di Gotto dove le viene somministrato un calmante. Viviana Parisi torna a casa. Fino all’altro episodio, questa volta a fine giugno. Questa volta ingerisce otto pillole di psicofarmaci, tutti insieme. E lo dirà lei stessa al medico psichiatra a Messina. Ma sia lei che il marito Daniele chiedono le dimissioni. Poi, il 3 agosto, dopo un mese, la scomparsa della donna con il figlio e il successivo ritrovamento dei loro corpi.

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