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Federico Ciontoli commenta la sentenza per l’omicidio di Marco Vannini: “Non mi possono condannare alla morte sociale”

Federico Ciontoli ha rilasciato un’intervista al giornale Il Dubbio in cui commenta la condanna ricevuta per l’omicidio di Marco Vannini. Proprio lo scorso ottobre, infatti, si è pronunciata la Corte d’Assise d’Appello di Roma che ha condannato a 14 anni per omicidio volontario il padre, Antonio e la moglie e i due figli a 9 anni e 4 mesi per concorso anomalo.

Cosa ha detto Federico Ciontoli sulla sentenza

Il ragazzo, per quanto capisca l’enorme dolore vissuto dalla famiglia Vannini, ritiene ingiusta la condanna ricevuta. “Tutti dovrebbero desiderare la verità e la verità è che io sono innocente”, ha detto il piccolo di casa Ciontoli, oggi 29 anni. “Nulla potrà ridare un figlio ai genitori, nulla potrà ripagare la morte di Marco, però non mi possono condannare alla morte sociale, non possono volontariamente negare la verità. Tutto ciò non può, credo, appagare un dolore”. La vita di Federico è totalmente cambiata, come raccontato al sopracitato giornale: “Adesso faccio il volontario, non incontro i miei genitori, viviamo sparpagliati: abbiamo paura di essere seguiti e che la stampa scopra dove viviamo solo per fare lo scoop”.

Sul ruolo della stampa nel processo Vannini ha poi aggiunto: “La stampa ha strumentalizzato il dolore della famiglia di Marco, hanno sfruttato la loro sofferenza per creare altra sofferenza e creare una frattura tra la mia famiglia e quella di Marco”.

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