Sono stati identificati e fermati i quattro ragazzi accusati di aver ucciso Willy, il giovane di 21 anni morto nella notte tra sabato e domenica a Colleferro per le numerose e violente percosse ricevute. Si tratta di Francesco Belleggia, 23 anni, Mario Pincarelli, 22 anni e dei fratelli Gabriele e Marco Bianchi di 25 e 24 anni. C’è anche un quinto ragazzo iscritto al registro degli indagati di cui non si consce l’identità. E mentre la famiglia della giovane vittima e gli amici faticano ad accettare una simile tragedia, il piccolo comune in provincia di Roma è sotto choc per quanto accaduto.
La testimonianza di un amico di Willy
Willy, giovane allegro con tutta la vita davanti, era una promessa della squadra di calcio di Paliano, il comune dove viveva. Sognava di vestire un giorno la maglia giallorossa e di fare il cuoco. Chiunque lo ricorda come un ragazzo dall’animo buono, un giovane che “si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato”. I suoi quattro carnefici li conoscevano tutti in paese, racconta un amico di Willy arrivato poco dopo la morte del ragazzo sul luogo dell’incidente: “Non si puo’ morire a 21 anni cosi’. Li conoscevano tutti qui quei due fratelli. Da due anni litigano e picchiano con le stesse modalita’, sono stati autori di altri pestaggi”, queste le parole di Alessandro: “Con uno di loro ho litigato pochi mesi fa perche’ dava fastidio a un mio amico – aggiunge – La rabbia e’ che non e’ la prima volta che fanno cosi’. Si poteva evitare“.
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Le ultime parole di Willy prima di morire
Quattro ragazzi amanti delle arti marziali, che probabilmente hanno utilizzato proprio le mosse apprese in palestra per uccidere il povero Willy. Quattro ragazzi che, stando a quanto raccontato da Alessandro e ben dimostrato anche dal modo in cui hanno agito, sarebbero stati soliti ad agire in questo modo violento e feroce. E il racconto di una testimone ben descrive la spietatezza con la quale si sono avvicinati a Willy: “Non dimenticherò mai le grida di quel ragazzino – dice con la voce strozzata una donna che abita vicino a dove è accaduta la tragedia a Repubblica – Diceva “basta, vi prego, basta, non respiro più“. Povera creatura. Quelli erano dei diavoli, non esseri umani, delle furie. Quando hanno finito di picchiarlo sono scappati su un Suv come niente fosse. Tutto quello che abbiamo potuto fare è stato prendere il numero di targa e chiamare i carabinieri”.
La ricostruzione dell’aggressione e dell’uccisione di Willy
Da una prima ricostruzione di quei terribili attimi, pare che Willy dopo aver trascorso la serata con alcuni amici, mentre stava rientrando, avrebbe visto un amico in difficoltà. Uno dei quattro del “branco” stava discutendo animatamente con il suo ex compagno di classe, così ha deciso di intervenire separandoli. L’aggressore ha preso il cellulare e poco dopo è arrivato il Suv nero da cui sono scesi gli altri tre ragazzi, che hanno iniziato a picchiare tutti quelli che erano presenti. Willy non è riuscito a scappare, è finito in terra tramortito dai colpi che i quattro ragazzi continuavano a tirargli. “Hanno continuato finché non ha smesso di respirare”. Alcuni testimoni sono riusciti a prendere il numero di targa e ad allertare i soccorsi, ma quando gli operatori del 118 sono giunti sul posto, il ventunenne non respirava più.
La madre di Willy non riesce a credere alla terribile fine del figlio: “Era uscito per passare una serata con i suoi amici, quelli con cui è cresciuto, quelli che conosce da una vita, e non è più tornato. Non meritava di morire così mio figlio. Il mio piccolo era tanto buono“. Ed è questa l’opinione che tutti avevano del ventunenne, un ragazzo umile e gentile, una vittima indifesa che si è trovata dinanzi a una ferocia inarrestabile.