“Mi dispiace, è una tragedia per tutti, sono distrutto, ma non le ho viste“, ha detto Emanuele (il 21enne alla guida dell’auto che ha investito Maya Gargiulo e l’amica) a La Repubblica.
“Siamo distrutti psicologicamente il mio dolore è per la mamma della bambina, a quelle età sono delle bambine. Da mamma vorrei essere morta al posto suo. Mio figlio non le ha viste, ma sono sicura che non correva. Le telecamere diranno la verità. Non sappiamo nulla sul perché sia avvenuta questa tragedia, siamo devastati. Mio figlio si sente in colpa ed è disperato per la morte di quella creatura, ma ancora non è chiara la dinamica. Dice di non averle viste, così come la sua fidanzata, che era in auto con lui, la ragazza ferita le ha detto da vicino ‘una macchina ci ha tagliato la strada e poi voi ci avete investito, buttato per aria’. Forse le ragazze avevano affrettato il passo per superare quell’altra auto, forse avevano compiuto un attraversamento azzardato e mio figlio se le è trovate davanti. Era circa mezzanotte. Prima Emanuele mi aveva accompagnato a prendere una pizza al Vomero e sono tornata a casa dopo le 23. Poi Emanuele aveva deciso di uscire con la fidanzata per andare a prendere una granita a porta Capuana, intorno a mezzanotte, ed è accaduta questa tragedia, una di quelle che ti cambia la vita“, ha detto la mamma del giovane Immacolata.
Che ha poi continuato: “Sono una ragazza-madre ma l’ho cresciuto bene mio figlio. Non è uno sconsiderato, uno che corre con l’auto. Ora è come se fosse morto dentro. Stava cercando un’occupazione, oggi (ieri per chi legge, ndr) avrebbe dovuto sostenere un colloquio di lavoro, ma adesso cambierà tutto. Le telecamere in piazza hanno sicuramente ripreso tutto quello che è accaduto. E poi c’è la scatola nera dell’auto che registra ogni cosa. Mio figlio è prudente, sta attento, stava percorrendo la corsia di sorpasso e non le ha viste. Ma qui nessuno vuole tirarsi indietro. Se Emanuele è colpevole pagherà, si farà carico di tutte le sue responsabilità, ma nessuno può permettersi di giudicarlo colpevole a priori senza aver accertato quanto avvenuto. Lui non ha un padre, ma è una persona onesta che si sente distrutta perché non si sa spiegare perché è avvenuta questa tragedia“.
La tragedia –
Hanno potuto solo constatare il decesso i sanitari del 118 che la scorsa notte, a Napoli, intorno all’una, sono accorsi in piazza Carlo III per un incidente stradale mortale che ha coinvolto Maya G., una giovane di appena 15 anni, deceduta sul colpo dopo essere stata investita da un’auto mentre attraversava la strada (non sulle strisce pedonali) insieme con un’amica di 14 anni, rimasta per fortuna solo ferita. Una triste vicenda che ha molte analogie con quella di Gaia e Camilla, le due sedicenni investite nel dicembre 2019 nei pressi di Ponte Milvio, a Roma.
Li’ trovarono la morte dopo essere state travolte a distanza di pochi secondi l’una dall’altra dalla Renault guidata dal figlio ventenne del regista Paolo Genovese. Alla guida della Smart a 4 posti che stanotte ha falciato la 15enne c’era un ragazzo di 21 anni, che viaggiava in compagnia della fidanzata. Il giovane, napoletano, e’ rimasto sotto choc per l’accaduto, come la compagna della vittima la quale, nell’immediatezza dei fatti, non e’ stata in grado di spiegare agli agenti della sezione infortunistica stradale della Polizia Municipale la dinamica della tragedia. Ma agli investigatori sono bastati i primi rilievi per avere un quadro chiaro: e’ verosimile che la Smart viaggiasse a velocita’ sostenuta.
A terra non sono stati rilevati segni di frenata. In sostanza il 21enne non si sarebbe accorto della presenza delle due ragazzine sulla carreggiata e le ha travolte, fermandosi solo dopo l’incidente. L’impatto, violentissimo, ha sbalzato Maya di diversi metri. Cadendo, ha battuto violentemente la testa a terra, verosimilmente anche su uno spartitraffico. E li’ e’ stata trovata, esanime, dai soccorritori e dalle forze dell’ordine. Gravi danni avrebbe subi’to gia’ con il primo impatto, contro il cofano, e poi contro il parabrezza. All’amica, invece, e’ andata meglio: “solo” una frattura alla gamba destra e 30 giorni di prognosi. Il 21enne e’ stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio stradale.
LEGGI ANCHE – La vittima: chi era Maya Gargiulo
La patente gli e’ stata ritirata. Agli inquirenti dovra’ spiegare come sono andati i fatti, cosa gli ha impedito di vedere le due ragazzine che stavano facendo ritorno a casa malgrado la zona fosse illuminata. Gli agenti della Polizia Locale, subito dopo l’identificazione e l’accertamento del suo stato di salute, l’hanno accompagnato nel vicino ospedale San Giovanni Bosco per i test sierologici finalizzati ad accertare se si trovasse alla guida sotto l’effetto di alcol o di droghe.
LEGGI ANCHE – La passione di Maya per il calcio
I campioni di sangue sono stati inviati al centro analisi dell’ospedale Loreto Crispi: i risultati dovrebbero essere consegnati nei prossimi giorni. Scene strazianti e di dolore si sono vissute a Piazza Carlo III quando sul luogo dell’incidente – all’altezza del civico 12 – sono arrivati i genitori e i parenti delle due ragazzine, che abitano a Calata Capodichino, non molto distante dal punto dove si e’ verificata la tragedia. Li’ qualcuno ha deposto un mazzo di fiori e un peluche per ricordare Maya, la 15enne che amava il calcio.