E’ bastato un messaggio sulla chat delle mamme a generare il panico, cresce la preoccupazione tra i genitori i cui figli sono in classe con bambini cinesi. Accade a Napoli, nell’Istituto comprensivo Gennaro Capuozzo, diviso in due edifici, uno al Centro Direzionale e un altro a Sant’Erasmo. In questa scuola c’è una forte presenza di bambini cinesi, che frequentano le varie classi.
Così molte mamme si sono cominciate a chiedere se i bambini rientrati da poco dalla Cina fossero stati controllati in modo adeguato. E’ partito tutto con un messaggio, come raccontato dal quotidiano Il Mattino, la richiesta insistente è stata poi rivolta alla dirigente scolastica, Anna Pugliese, alla quale diverse madri hanno chiesto maggiori informazioni. La preoccupazione nasce dal fatto che alcuni bambini sono tornati in Cina per le feste di Natale e sarebbero poi rientrati a gennaio. Il timore, dopo la fobia che si sta generando in tutto il Paese, a seguito della dichiarazione da parte del Cdm dello stato d’emergenza, è che possano aver contagiato il coronavirus.
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Il panico non si è generato solo tra le madri del Capuozzo, ma anche di altre scuole napoletane frequentate da bambini asiatici. La dirigente scolastica ha poi chiesto delucidazioni all’Asl distretto 33, in una nota ha scritto: “Si richiedono delucidazioni su eventuali misure possibili o protocolli da adottare nella scuola legate all’epidemia da coronavirus…Si fa presente che questo Istituto è frequentato da un discreto numero di alunni cinesi e alcuni di loro si sono recati in Cina prima delle vacanze natalizie….dopo i controlli agli scali le persone con virus ancora in incubazione potrebbero tornare regolarmente alle occupazioni previste (scuola, lavoro)“.
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La dirigente, a seguito della risposta, ha informato che non c’è alcuna disposizione su eventuali quarantene, ma che sarà richiesto il certificato medico di riammissione a scuola, come già per altro avviene dopo che un alunno si sia assentato oltre 6 giorni. La preside ha spiegato anche di non poter mettere alla porta nessuno e che la scuola è un luogo di inclusione. Intanto, però, molte madri sono spaventate, è la psicosi rischia di diventare virale in poco tempo.

