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Napoli, le Universiadi non bastano: costi troppo alti per le “nuove” piscine

La gestione economica delle struttura è troppo esosa, sia per il Comune che per gli enti che vorrebbero assumersela

La serie di ristrutturazioni per gli impianti sportivi fatta a NapoliCampania in occasione delle Universiadi potrebbe rivelarsi vana rispetto all’utilizzo di alcune strutture. Nello specifico delle piscine.

Come riportato da Il Mattino: “…la Scandone costa per Posillipo e Cesport 654 euro a partita secondo le tabelle comunali. La Canottieri Napoli ha deciso di emigrare a Casoria dove paga 300 euro a partita, l’Acquachiara giocherà la serie A2 al costo di 200 euro tutto compreso: acqua, servizi e tabellone“.

In pratica, i lavori realizzati per l’evento internazionale hanno elevato i costi di gestione delle strutture. Le amministrazioni locali hanno necessità di fare cassa (soprattutto il Comune di Napoli) ma i costi di gestione sono troppo alti per i privati o le associazioni che vorrebbero utilizzare gli impianti.

Un corto circuito che potrebbe causare un nuovo abbandono, ad esempio, di piscine come quella della Scandone.  “Noi non andremo via da Napoli perché alla Scandone c’è la nostra storia – sottolinea il vicepresidente sportivo rossoverde Antonio Ilarioma certo una situazione così è poco sostenibile perché sono costi che il mondo della pallanuoto non è in grado di sostenere“. “Non possiamo più andare avanti cosìPeppe Esposito, presidente della Cesport – continuiamo a girovagare per la città alla ricerca di spazi minimi e con tempi ridotti per poterci allenare; anche l’impianto di Scampia, in cui eravamo ospiti, ha chiuso i battenti“.

Come riportato dal quotidiano, “a Napoli le piscine chiuse diventano cinque: le due della Scandone, Monfalcone, Barra e Scampia. ‘Ci sono migliaia di bambini che chiedono di fare nuoto – tuona il presidente della Fin regionale Paolo Trapanese – e invece di aprire, chiudiamo’. La Federnuoto ha aperto un tavolo con il Comune per la gestione di tutte le piscine. ‘La federazione non ha interessi individuali, svolge una funzione educativa etico sociale solidaristica, ma la svolge in toto. Noi abbiamo messo a disposizione 100 volontari pur di non far chiudere le piscine e siamo pronti a intervenire’“.

Dopo la chiusura della piscina di Scampia il Comune è pronto a riaprire entro il 4 novembre la Scandone. ‘Stiamo affrontando la coda di lavori delle Universiadi e la convenzione del San Paolo ha assorbito gran parte del lavoro amministrativo. Ma ce la faremo’, dice l’assessore allo sport Ciro Borriello che sul timore che le squadre di A1 vadano via da Napoli sottolinea: ‘Credo che sia un problema di tutto il sistema pallanuoto. Rispetto ad altre piscine la Scandone è più complicata da gestire e le tariffe rispondono al principio della copertura del costo lavoratore. Il problema riguarda le gare perché nel nuoto abbiamo avuto richieste che ci fanno prevedere ben 3000 atleti al giorno per utilizzare le corsie. Speriamo che con un accordo con la Federnuoto, nell’ottica del centro federale, riusciamo a trovare una intesa affinché la pallanuoto possa pagare di meno per le gare’“.

Napoli, le Universiadi non bastano: costi troppo alti per le "nuove" piscine