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Faida con gli Scissionisti: arrestati per omicidio capo e affiliato del clan Vollaro

Su delega della Procura Distrettuale Antimafia di Napoli, la Polizia di Stato ha dato esecuzione ad ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere nei confronti di Vollaro Pietro e Romagnoli Antonio, capo ed affiliato della organizzazione di stampo camorristico dei Vollaro operante a Portici. I due sono ritenuti responsabili di omicidio in concorso tra loro, con l’aggravante di avere agito con premeditazione e di aver commesso il reato al fine di agevolare l’attività della organizzazione di stampo camorristico dei Vollaro operante a Portici.

L’OMICIDIO. E’ il 10 gennaio del 2002 quando alle 18.40 vengono segnalati colpi d’arma da guoco. Interviene il personale della Squadra Mobile di Napoli e del Commissariato di Portici – Ercolanoin  via Rossano di Portici. Gli agenti, trovano al civico 8 il cadavere di un uomo, identificandolo successivamente in Giuseppe Obermayer , 27 anni. Contemporaneamente arriva all’ospedale Maresca di Torre del Greco una persona ferita da d’arma da fuoco, identificata successivamente per Lorenzo Cozzolino, 32 anni, sottoposto a intervento chirurgico per l’estrazione del proiettile.

Le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Napoli – Sezione Criminalità Organizzata e dal Commissariato di Portici – Ercolano, sotto la direzione e il coordinamento della D.D.A. partenopea, permettono di inquadrare da subito l’evento omicida nella faida all’epoca in atto tra il clan Vollaro ed alcuni  Scissionisti tra cui Lorenzo Cozzolino e il defunto suocero di questi, Attilio Belsole, ucciso a colpi d’arma da fuoco pochi mesi prima. Nel corso degli anni sono stati raccolti pregnanti indizi probatori a carico degli arrestati, suffragati dalla collaborazione di collaboratori di giustizia, che, ritenuti validi dal G.I.P. del Tribunale di Napoli emetteva la misura cautelare della custodia in carcere su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.  Gli arrestati sono stati raggiunti dalla misura nei luoghi di detenzione, dove si trovano già per altri reati.