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Strage di Cisterna, il procuratore di Latina spiega tutto: perchè non hanno fermato Capasso

Durante l’ultima puntata di “Chi l’ha visto” è stato mandato in onda un lungo servizio sulla strage di Cisterna e in particolare la trasmissione ha messo in dubbio le modalità d’intervento die carabinieri che il 28 febbraio hanno gestito la tragedia. In particolare il dubbio riguarda la presenza del corpo speciale die Gis che, seppure in diotazione di uno strumento utile a rilevare la presenza di persone vive in un luogo, non avesse fatto un’irruzione imminente per provare a salvare le bambine, uccise drammaticamente da Luigi Capasso con colpi di pistola.

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Secondo le informazioni possedute dai giornalisti dle programma infatti quel giorno fu rilevata la presenza di due persone vive nell’appartamento, dunque un’altra oltre Capasso, che decide di uccidersi solo dopo una lunga trattativa durata circa sette ore. Proprio questa modalità d’intervento, ovvero la trattativa su quel balconcino piuttosto che un’irruzione fulminea, è messa in dubbio. Per tentare di dare una risposta è stata indetta una conferenza stampa del procuratore capo di Latina, Andrea De Gasperis, per spiegare quali sono state le modalità di intervento:

“Quanto riportato dalla trasmissione Chi l’ha visto in merito alla vicenda di Cisterna non corrisponde a verità. E’ un’ipotesi completamente priva di fondamento – spiega De Gasperis. Questo dispositivo non è in dotazione alle forze dell’ordine e le bambine erano già morte quando i carabinieri hanno raggiunto l’abitazione di Cisterna. Da quando i carabinieri hanno raggiunto la casa – spiega il procuratore capo – non si è più avvertita nessuna esplosione, se non un colpo soffocato intorno alle 13,30 con cui Capasso si è tolto la vita sparandosi in bocca. Le due vittime – aggiunge De Gasperis – sono state colpite rispettivamente da tre colpi la piccola e da sei colpi la più grande. I proiettili hanno colpito organi vitali e ognuna delle due ragazze aveva un colpo in testa che non avrebbe consentito nessuna possibilità di sopravvivenza. Capasso è stato inoltre quasi sempre sul balcone dell’abitazione e per la totalità del tempo ha comunicato con gli esperti mediatori dei carabinieri che si trovavano sul balcone della casa attigua. Tutto quello che si doveva fare è stato fatto – conclude De Gasperis – E’ tutto molto lineare e non ci sono questioni che non sono state vagliate con attenzione. L’intervento dei carabinieri è stato tempestivo e professionale”.

Secondo le ricostruzioni del programma che si occupa da anni di cronaca nera, pare che la figlia più piccola, Martina, sia stata uccisa quasi subito in quanto il suo corpo è stato ritrovato privo di vita nel lettone della madre, dove la creatura stava dormendo. Alessia invece, la figli apiù grande, probabilmente poteva essere salvata in quanto il suo corpo è stato ritrovato a pochi passi dal letto, dunque la ragazzina era sveglia. I vicini di casa inoltre hanno fornito una preziosa testimonianza in cui hanno dichiarato che la 13enne era viva e aveva implorato il padre prima che questi commmettesse il tragico gesto di toglierle la vita.