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Ha ucciso la moglie nell’auto, ergastolo per Carmine D’Aponte

La donna, Stefania Formicola, è stata colpita a morte da un colpo d'arma da fuoco esploso a distanza ravvicinata

Era la mattina del 19 ottobre del 2016 quando i Carabinieri hanno trovato il corpo senza vita di Stefania Formicola all’interno dell’auto del marito Carmine D’Aponte. Oggi quest’ultimo è stato condannato in primo grado dai giudici all’ergastolo. La sentenza è stata emessa dal Gup (Giudice per le udienze preliminari) Grunieri che ha presieduto il collegio del Tribunale di Napoli Nord.

Accolta, dunque, la richiesta fatta dal Pm Fabio Sozio lo scorso 21 dicembre. Il processo, iniziato a settembre, si è svolto secondo il rito abbreviato. A costituirsi come parte offesa anche i genitori, la sorella e i figli minori della Formicola. A difenderli gli avvocati Raffaele ChiummarielloLibera Cerino e Anna Pedata.

Fu lo stesso D’Aponte ad aver chiamato i militari, dopo essersi conto che il colpo esploso contro l’addome della moglie si era rivelato mortale. I due avevano da tempo una relazione conflittuale e D’Aponte non ha mai accettato la fine del loro rapporto.

D’Aponte, in corso d’indagine, aveva raccontato al Gip (Giudice per l’indagini preliminari): “La pistola l’ho rubata nel garage di mio suocero, così come le munizioni che avevo in tasca. Quindici giorni fa mio suocero ha provato a uccidermi, per questo avevo paura. Mio suocero mi stava ammazzando in cucina, a casa sua, alla presenza del maggiore dei miei figli: se sono vivo, lo devo a Stefania: spostò la mano del padre all’ultimo momento e il proiettile uscì dalla finestra. Quella mattina avevamo fatto anche pace i e lei, le avevo regalato un peluche, non c’è stata nessuna lite“.

Stefania Formicola, appena 28enne, viveva da tempo con i genitori e aveva denunciato le violenze subite dal marito 33enne e originario di Lusciano. D’Aponte ,già noto alle forze dell’ordine per alcuni precedenti per furto, prima di sparare contro la moglie avrebbe avuto un violento litigio anche con il suocero.

Quel maledetto giorno d’ottobre Carmine aveva chiesto a Stefania un incontro e lei aveva accettato. Liu è andata a prenderla a San Marcellino nel casertano a casa dei suoceri. Poi hanno percorso pochi chilometri in auto fino ad arrivare in via Plutonio a Sant’Antimo. Li è avvenuto l’ennesimo e purtroppo anche ultimo litigio. La violenta discussione si è conclusa con un colpo d’arma da fuoco esploso dalla pistola di D’Aponte e che ha colpito, uccidendola, la giovane Formicola.

La tragedia era addirittura annunciata, con una lettera scritta dalla vittima il 28 aprile del 2013 e mostrata dalla madre durante un’intervista: “Alla mia morte, qualunque ne sia la causa, mio figlio deve essere affidato a mia madre e mio padre e in caso di loro morte a mia sorella Fabiana“. Un pensiero rivolto, all’epoca, al suo unico figlio. Infatti, Stefania e Carmine hanno poi avuto un altro bambino.

Ed per la loro patria potestà che l’avvocato Chiummariello e il collega civilista Nino Longobardi si sono battuti al fianco della famiglia Esposito/Formicola. Il Tribunale dei minori aveva affidato i bambini agli assistenti sociali ma i nonni hanno fatto ricorso per vederli tornare di nuovo a casa con loro. L’esito è stato positivo, infatti “il Tribunale ha già emesso il provvedimento di decadenza della responsabilità genitoriale (quello che è normalmente definito come patria potestà) ed ha affidato definitivamente ai nonni, miei assistiti, i due nipoti, orfani di mamma. Il Tribunale per i minorenni ha addirittura, su mia richiesta, vietato anche contatti tra i minori e la famiglia del padre“, ha dichiarato l’avvocato Longobardi.

Ha invece dichiarato l’avvocato Chiummariello, contattato da VocediNapoli.it: “È una delle poche volte in cui, nonostante il giudizio abbreviato, il Gup irroga la pena dell’ergastolo con pene accessorie compreso la revoca della patria potestà nei confronti dei figli minori per i quali è stata riconosciuta anche una provvisionale. Penso che siano state accolte in piene le richieste dell’accusa è della parte civile“.

Ha ucciso la moglie nell'auto, ergastolo per Carmine D'Aponte
Nel riquadro Carmine D’Aponte e Stefania Formicola