E’ un reportage sulle baby gang a Napoli, andato in onda la scorsa sera in televisione a Piazzapulita su La7, quello che possiamo definire il “servizio della discordia”. La giornalista Micaela Farrocco ha intervistato un gruppo di ragazzina tra gli 11 e i 14 anni raccontando da vicino impressioni e punti di vista inediti: “Ci chiamano la paranza di baby gang“, dichiarano gli stessi protagonisti del racconto. Foto su Facebook con pistole, coltelli, sono queste le bacheche dei ragazzini intervistati. Il modo di parlare e il comportamento rappresenta una realtà troppo spesso occultata e che oggi emerge con forza in seguito ai recenti fatti di cronaca che hanno destato interesse mediatico in tutta Italia.
Il reportage parte dalla storia di Arturo, il 17enne aggredito con 16 coltellate in via Foria lo scorso dicembre, senza motivo. Racconta di un gruppo di ragazzini che sarebbero amici dei presunti aggressori della vittima e mostra il loro modo di pensare e di comportarsi (spaventare la gente in strada, prendere a calci la spazzatura e spaccare bottiglie, possedere pistole a salve e coltelli utili in caso di rissa). Dichiarazioni scioccanti che fanno effetto, soprattutto se pronunciate da bambini a cui, come le telecamere mostrano, stanno spuntando i primi peli sul volto. Parlano di guerra tra quartieri, di omicidi: “Se quelli del quartiere rivale vengono qua noi li ammazziamo, perciò scendiamo con i coltelli“; non hanno timore della galera e delle forze dell’ordine: “La galera non ci spaventa perché ce la facciamo seduti sul ce**o. Non abbiamo paura della polizia, dei militari e dei falchi“. Nella seconda parte del servizio protagonista è la mamma di Arturo, la donna che cerca disperatamente di trovare i colpevoli che hanno cambiato per sempre la vita del figlio. La donna è andata al rione Sanità e ha bussato alla porta del basso dove vive la madre del 15enne detenuto nel carcere di Nisida con l’accusa di essere il gancio del branco che aggredì il figlio a colpi di coltello.
FOTO DELL’AGGRESSORE DI ARTURO: 15 ANNI, PISTOLA PUNTATA E SGUARDO FERMO
Questo scenario in cui emerge una questione sociale veritiera, che parte da fatti di cronaca attuali, è apparso però costruito ad hoc per dare un’immagine di una Napoli in preda al collasso, martoriata dal cancro della criminalità minorile. In studio il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, dichiara in merito alla vicenda: “La Polizia deve avere capacità di repressione. Devono esser portati via dalle famiglie i bambini nato in un contesto criminale“. Arriva da Vittorio Sgarbi la voce dell’opposizione che a Corrado Formigli dice a gran voce: “Sei diseducativo come Gomorra nel mostrare questi ragazzini. Sei uno str***o“, finché il conduttore non toglie l’audio. Ma le polemiche non sono mancate infatti oggi altri giornalisti napoletani, che seguono questi casi di cronaca direttamente sul territorio, hanno lamentato una costruzione forzata del racconto, una sorta di fiction. E’ bene precisare infatti che Napoli effettivamente è dilaniata dal problema della microcriminalità, ma per completezza dell’informazione bisognerebbe aggiungere che lo speciale andato in onda ieri sera rappresenta solo il capoluogo campano, quando il fenomeno dilaga in tutta Italia.
VIDEO DEI SERVIZI DI PIAZZAPULITA: