Si tratta di Salvatore Sembianza, attualmente detenuto ed ex affiliato del clan Mazzarella. La vittima era Chafai AbdelmadiJ
Chafai AbdelmadiJ aveva commesso una violenza su di un minorenne. Salvatore Sembianza ed un suo compagno, ora collaboratore di giustizia, l’hanno attirato con l’inganno in una casa nel quartiere Poggioreale e l’hanno ucciso. A sparare l’amico di Sembianza, quest’ultimo si è poi occupato dell’occultazione del cadavere. La salma è stata messa in una busta, bruciata e abbandonata in una discarica di San Pietro a Patierno.
Era il giugno del 2015, ed oggi la Polizia ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere proprio ai danni di Sembianza, autorizzata dal Gip (Giudice delle indagini preliminari) e disposta dalla DDA (Direzione distrettuale antimafia). Fondamentali per la ricostruzione della vicenda il racconto reso agli inquirenti del compagno di Sembianza oggi pentito. Le accuse sono di omicidio, porto e detenzione di arma da fuoco, distruzione e soppressione di cadavere.
Sembianza è stato arrestato lo scorso settembre dopo che un periodo di latitanza di due mesi. Infatti, era ricercato dalla Polizia per essere un membro di una fazione scissionista del clan Mazzarella che aveva l’obiettivo di gestire in autonomia alcune attività illecite nella zona Mercato e in quella denominata della Case Nuove. Sembianza era sfuggito ad un blitz delle forze dell’ordine avvenuto lo scorso mese di luglio che ha permesso l’arresto dei componenti dello schieramento avverso agli eredi dei Zaza. Si è trattato di: Gennaro Catapano, Raffaele Micillo, Domenico Di Perna e Salvatore Maggio. Il gruppo secondo gli investigatori avrebbe tentato di uccidere a giugno del 2013 Giuseppe Persico referente dei Mazzarella nel quartiere Mercato.
Salvatore Maggio era il capo degli scissionisti ed era legato anche ai clan Puccinelli (di Fuorigrotta) e Contini (avversario dei Mazzarella, egemone tra i quartieri Vasto, Poggioreale e Borgo Sant’Antonio Abate e facente parte dell’Alleanza di Secondigliano). Maggio ha deciso di pentirsi lo scorso mese di settembre e le sue dichiarazioni alla giustizia sono di aiuto agli investigatori per la conduzione delle indagini, sia relative alle dinamiche proprie del clan Mazzarella, ma anche nel definire gli equilibri criminali dell’area Ovest di Napoli.