Per il piccolo sopravvissuto alla tragedia della Solfatara di Pozzuoli è arrivato il giorno della verità, quelle parole tanto temute sono arrivate ieri dopo l’interrogatorio. “Dalla Solfatara non torneranno mamma, papà e Lorenzo, dono morti soffocati in quella bocca fumante“, sarebbe stato questo che la zia, arrivata da Meolo, nel Veneziano, subito dopo la notizia, avrebbe detto al bimbO. Otto anni appena compiuti, un macigno di realtà difficile da credere: solo al mondo dopo una gita in quell’ultimo giorno di vacanza a Napoli.
Secondo quanto si apprende dall’edizione online de Il Mattino, il bambino avrebbe reagito con rabbia negando quanto gli veniva raccontato. In cuor suo il piccolo già sapeva quello che era accaduto e, dopo l’interrogatorio con gli investigatori la scorsa mattina, emergeva sempre con più forza quel dramma che tanto aveva cercato di mandaRE via dalla propria esistenza. Dopo l’incontro con i pm continuava a chiedere come mai volessero sapere da lui così tanti dettagli sulla gita alla Solfatara di Pozzuoli, e così prima di ritornare a Meolo, parenti e assistenti sociali hanno dovuto trovare la forza di raccontargli tutto.
Il sopravvissuto alla tragedia adesso è a conoscenza della verità e pian piano dovrà accettare quello che è accaduto quando il fratello maggiore si è avvicinato alla Fangaia per scattare una foto. Dalla ricostruzione del bambino infatti pare che Lorenzo si sia avvicinato alla bocca fumante che si sarebbe poi allargata proprio sotto i suoi piedi facendolo sprofondare, a quel punto i genitori hanno tentato di salvarlo, ma tutti e tre sono morti probabilmente a causa delle esalazioni dei gas. Come fa sapere la zia: “La priorità ora per noi è proteggere Alessio” non solo dalla vita che dovrà affrontare dopo il dramma, ma anche dal processo che ne verrà perché lui è testimone della sciagura che gli ha portato via tutta la sua famiglia per sempre.