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I numeri degli incidenti stradali a Napoli, il capitano Fiorillo: “Smartphone prima causa sinistri”

I numeri dei primi sette mesi del 2017: i morti sono 13, le omissioni di soccorso ben 40

“Velocità sostenuta e uso, quasi costante, del cellulare alla guida”. Sono queste le principali cause di incidenti per il capitano Enrico Fiorillo, da dieci mesi alla guida della sezione Infortunistica della polizia municipale di Napoli. A VocediNapoli.it Fiorillo fornisce i dati relativi ai sinistri stradali (con feriti) dei primi sette mesi del 2017. Una lunga scia di incidenti, circa 400 dal 1 gennaio al 31 luglio, che hanno provocato nell’area di competenza del comune di Napoli 13 morti e ben 40 prognosi riservate.

Il capitano Enrico Fiorillo

 

Ma il dato che preoccupa di più è un altro. “Ci sono state fino a ora circa 40 omissioni di soccorso” sottolinea. “Stiamo lavorando sodo per assicurare alla giustizia queste persone. Lo scorso 10 giugno un anziano è stato travolto da un motociclista pirata a Secondigliano ed è morto dopo 4 giorni di agonia in ospedale”. Da 31 anni in polizia municipale, con diversi encomi ricevuti, Fiorillo, dopo 7 anni in Procura al Centro Direzionale, dallo scorso settembre è alla guida della sezione Infortunista, specializzata, tra le altre cose,  nel rilevamento degli incidenti stradali e nelle indagini di polizia giudiziaria a essi relativi.

 

Questa il grafico del 2017:

 

 

Capitano, cosa la spaventa di più di questi primi dati forniti?

“La troppa distrazione, soprattutto di chi guida ma qualche volta anche di chi attraversa la strada. La maggior parte degli incidenti di questi mesi riguardano soprattutto motorini e pedoni”.

Distrazione, velocità, utilizzo del cellulare: c’è anche altro?

“Alcol e droga: abbiamo effettuato, in seguito a incidenti gravi, circa 140 accertamenti tossicologici e alcolemici”.

Che cosa è emerso?

“Che risultati positivi circa il 50 per cento delle persone analizzate”.

Il casco invece non rappresenta più un problema…

“Rappresenta un problema quando viene indossato senza allacciarlo. Sono diversi i casi accertati”.

Nel ricostruire la dinamica di un incidente quanto sono importanti le telecamere?

“Sono fondamentali. Adesso speriamo che con il nuovo progetto Argo si riuscirà a coprire meglio la città. Spesso dobbiamo affidarci alla videosorveglianza dei privati presenti nella zona dell’incidente”.

Come si articola il vostro intervento, quali sono tutte le fasi?

“E’ un lavoro che può durare anche molti mesi. Quando c’è un mortale, dopo essere giunti sul posto, facciamo una nota di informativa di reato. Poi seguono atti e integrazioni ma il lavoro prosegue nei giorni successivi con deleghe di indagini, in sinergia con la procura di Napoli, ascolto dei testimoni, esami tossicologici, acquisizione immagini videosorveglianza. Dopo 3-4 giorni ritorniamo sul posto per i rilievi planimetrici e fotografici”.

Le persone collaborano?

“Poco, molto poco. C’è ancora troppa omertà e questo ci crea enormi problemi quando dobbiamo ricostruire la dinamica di un incidente. Troppe le persone che erano presenti ma hanno paura di esporsi. Ma c’è anche chi parla e fornisce contribuiti preziosi”.

Poi ci sono le false testimonianze?

“Questo è un altro aspetto che ci richiede un grosso lavoro investigativo. Spesso i protagonisti dei sinistri forniscono versioni assolutamente discordanti con quello che poi andiamo a riscontrare dalle indagini. In tanti vengono deferiti all’autorità giudiziaria per falsa testimonianza. Ma c’è dell’altro…”.

 Prego…

“Oltre che con la procura di Napoli, lavoriamo anche con quelle di Milano e Roma. Queste ultime ricevono numerose segnalazioni di incidenti falsi, con tanto di testimoni pronti a confermare tutto, dalle compagnia assicurative che hanno sede legale nelle due città italiane”.

Dopo ogni incidente c’è anche un sopralluogo tecnico?

“Lo effettuo personalmente con gli enti preposti. Giro una mail a tutti e ci diamo appuntamento sul luogo del sinistro per analizzare le discrepanze e la criticità della strada o se c’è bisogno di integrare la segnaletica presente o metterla ex novo. Di tutto questo aggiorno quotidianamente il comandante Ciro Esposito. Anzi, colgo l’occasione per ringraziarlo pubblicamente per la fiducia che mi ha mostrato in questi primi 10 mesi”.