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Racket ed estorsioni, colpo agli scissionisti del clan Mallardo

La faida nel giuglianese ha coinvolto una fazione interna al clan Mallardo e pronta a generarne una scissione. Uno schiaffo ad uno dei clan più potenti della camorra e facente parte dell’Alleanza di SecondiglianoGennaro Catuogno alias ‘o scoiattolo (scampato ad un agguato a giugno del 2016 e già arrestato lo scorso 20 giugno) e Aniello Di Biase (figlio di Michele Paparella, scomparso nel 2015 e probabile vittima di “lupara bianca”) sarebbero a capo del gruppo scissionista che a suon di agguati e attività illecite, condotte indipendentemente dai Mallardo, sta provando a contendere il territorio in cui i fratelli Giuseppe, e Francesco (detto Ciccio è Carlantonio) sono da sempre egemoni.

I carabinieri della compagnia di Giugliano hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare emesse dalla Procura di Napoli, su richiesta della DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) partenopea. A finire agli arresti proprio Aniello Di Biase (già scampato ad un agguato lo scorso febbraio), Domenico SmarrazzoVincenzo Micillo. Le manette ai polsi sono scattate per l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso. I tre sarebbero membri della fazione denominata Amici delle palazzine nemiche del sodalizio criminale dei Mallardo.

La vittima, proprietaria di un supermercato, ad un primo rifiuto di pagare la retta imposta dai malviventi, è stata condotta al cospetto proprio di Di Biase che per la gestione e la riscossione del denaro proveniente dall’attività illecita del racket, si è servito di Mohmoudi Enis, 22enne ucciso a causa di un agguato avvenuto il 21 luglio scorso.

Racket ed estorsioni, colpo agli scissionisti del clan Mallardo
Da sinistra, Gennaro Catuogno, Aniello Di Biase, Michele Di Biase, Mohmoudi Enis