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Agguato di camorra a Giugliano, i Mallardo dietro l’omicidio di Enis. “Volevi fare il duro ma eri piccolo e indifeso”

E’ stata una vera e propria esecuzione quella andata in scena la scorsa notte a Giugliano, popoloso comune a nord di Napoli, e che ha portato alla morte di un ragazzo di 22 anni, Enis Mahmoudi, ritenuto dagli investigatori vicino al gruppo scissionista dei Di Biase, detti anche “Paparella“, staccatosi dal potente clan Mallardo che da decenni ha interessi criminali nella zona.

Enis era già noto alle forze dell’ordine per reati minori. Di origine magrebina, il 22enne è nato in Italia e viveva nelle palazzine che si trovano nella zona di via Colonne. Faccia pulita e da bravo ragazzo, era molto conosciuto a Giugliano anche se negli ultimi tempi aveva intrapreso una strada senza via d’uscita: quella legata alla criminalità organizzata della zona. L’agguato è avvenuto intorno alle 2.15 di notte nella zona delle Palazzine. Enis si trovava in strada in compagnia di altre persone, alcune delle quali pregiudicate, quando è arrivata un’auto dalla quale è sceso un uomo armato che ha iniziato a sparargli contro.

Nonostante la fuga, il 22enne è stato raggiunto da tre proiettili alla schiena, rivelatisi fatali, e da uno al braccio. E’ stramazzato al suolo ed è stato ritrovato in una traversina di via Colonne, nei pressi di un’abitazione, a faccia a terra e in una pozza di sangue. Ben 12 i bossoli ritrovati a terra dai carabinieri della Compagnia di Giugliano e dai colleghi del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna che hanno avviato le indagini scontrandosi subito con l’omertà e la paura dei residenti e delle persone presenti in strada al momento dell’agguato. Nessuno ha saputo fornire informazioni utili per risalire all’auto con la quale sono entrati in azione i sicari.  I militari hanno acquisito le immagini di videosorveglianza presenti nella zona e nelle prossime ore potrebbero raccogliere elementi utili per ricostruire l’agguato.

Enis Mahmoudi risulterebbe legato agli scissionisti dei Di Biasi ma non è ancora chiaro se avesse o meno un ruolo operativo nel gruppo criminale. L’omicidio è da inquadrare nella faida interna al clan Mallardo, nata da qualche anno e precisamente dopo la scomparsa di Michele Di Biase, avvenuta nell’ottobre del 2015 e probabilmente vittima di lupara bianca. La sua auto venne infatti trovata nel quartiere Vasto a Napoli, roccaforte del clan Contini, legati ai Mallardo dall’Alleanza di Secondigliano e da legami di sangue. I carabinieri al momento non escludono alcuna pista. Dietro l’esecuzione di Enis potrebbe esserci la mano dei Mallardo, fortemente indebolite da recenti arresti e sequestri di beni. L’omicidio rappresenterebbe un segnale nei confronti dell’ala scissionista che da quasi due anni ha dichiarato ufficialmente guerra allo storico clan dell’Alleanza di Secondigliano.

Tantissimi i messaggi degli amici  rivolti a quel ragazzo dalla faccia pulita che però aveva scelto amicizie e frequentazioni sbagliate. Quello più significativo lo scrive una sua amica: “Volevi far il duro ed il grande dentro di te eri così piccolo ed indifeso”.