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Elezioni nel Regno Unito, è sfida May – Corbyn: in vantaggio i conservatori ma non c’è maggioranza

Nessuna maggioranza nel Parlamento inglese. La vittoria si attesterebbe sui 326 seggi e il partito dei Tories ha appena 314 scranni contro i 266 del Labour. Al momento la premier Theresa May è in vantaggio ma non ha ottenuto la maggioranza. Una sorta di disfatta per l’ex Ministro degli Interni che aveva sciolto le Camere sicura di una vittoria plebiscitaria contro Jeremy Corbyn. Sono stati 46,9 milioni i britannici che sono andati a votare, la terza forza è il National Scottish Party (che ha perso però 22 seggi rispetto alle ultime elezioni), seguiti dai Liberal. Nessun seggio, per ora, per i nazionalisti e anti europeisti dell’Ukip. Una situazione alquanto strana per un sistema che ha sempre garantito un vincitore e la governabilità dopo le urne. Se la situazione dovesse restare così, si aprirebbe un fronte del tutto nuovo per l’Inghilterra.

Elezioni nel Regno Unito, è sfida May - Corbyn: in vantaggio i conservatori

Ha stupito tutti Theresa May quando in primavera ha dichiarato che ci sarebbero state elezioni anticipate. Il consenso era alto e il Labour, guidato da Jeremy Corbyn sembrava allo sfascio. La premier conservatrice era sicura della vittoria e quindi ha deciso di andare a trattare con i vertici dell’Unione Europea con il coltello dalla parte del manico per la Brexit. Per i Tories, infatti, sarebbe importante sedersi al tavolo delle trattative con un gran consenso popolare al proprio seguito. La May era la Ministro degli Interni del governo di David Cameron dimissionario dopo la sconfitta al referendum per la Brexit. La nuova Lady di Ferro ha vinto le primarie successive ed è diventata leader dell’esecutivo.

Elezioni nel Regno Unito, è sfida May - Corbyn: in vantaggio Invece Jeremy Corbyn è diventato leader del Labour dopo la sconfitta alle elezioni di Ed Miliband. Corbyn ha vinto le primarie ed ha preso la guida del partito. La sua leadership è stata un contraccolpo per la sinistra inglese che si è trovata dopo la Terza Via di Tony Blair con una guida più estrema e comunista. Dato per spacciato e causa della disfatta del suo partito, Corbyn è stato protagonista di una grande rimonta. Sicuro sconfitto e con i sondaggi che lo davano al minimo dopo aver condotto una campagna dubbia durante la Brexit, il capo del Labour ha rotto le uova nel paniere della May.

Sicuramente sul voto hanno inciso con forza gli ultimi attentati terroristici che hanno colpito Manchester Londra. Attacchi che hanno minato, non poco, la credibilità della Premier che essendo stata in passato responsabile della sicurezza interna del paese è stata indicata come principale responsabile di quello che è accaduto. Ma è stata anche punita la gestione della fatidica Hard Brexit che ha mostrato l’impreparazione del governo britannico che con molte probabilità non è mai stato pronto ad affrontare un’uscita dall’Europa.

Adesso, se dovesse finire così, la May non avrà la maggioranza e dovrà cercare alleanze, senza contare che dovrà affrontare molti malumori all’interno dei ToriesCorbyn si rinforzerebbe alla grande, sia in Parlamento che come leadership interna al Labour. Il movimento nazionalista scozzese avrà più legittimità per continuare la sua lotta contro la Brexit e per un’indipendenza sempre più netta dalla Gran Bretagna. Tutto questo in attesa dei risultati provenienti dall’Irlanda del Nord. E se la May si dimettesse? Insomma ci troveremo in un contesto nel quale l’unico paese in Europa in cui esiste un sistema maggioritario perfetto con collegi uninominali, all’interno del quale resistono i due principali partiti (con il Labour che rappresenterebbe la parte più “populista”), rischierebbe di trovarsi in un grande caos politico con le ombre pesanti della Brexit e del terrorismo.