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Arrestato e condannato terrorista islamico, l’operazione è stata condotta dai Ros

Arrestato terrorista islamico internazionale. I carabinieri del nucleo speciale dei Ros hanno individuato e fermato Guendoz Kamal, 53enne di origini algerine, condannato in via definitiva a 5 anni di reclusione per associazione con finalità di terrorismo, anche internazionale. Il provvedimento è scaturito dagli esiti di un’indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Napoli e condotta dal Reparto Anticrimine di Napoli all’indomani degli attentati terroristici dell’11 settembre 2001.

Arrestato e condannato terrorista islamico, l'operazione è stata condotta dai Ros

L’attività investigativa ha avuto inizio a partire dagli accertamenti che gli inquirenti hanno fatto su di una cellula logistica che ha fornito supporto al Fis (Fronte Islamico di Liberazione). L’organizzazione terroristica ha operato a Napoli, Milano e Vicenza. Il suo leader era Djamel Lounici, cittadino algerino che il 1° aprile 1994, presso il Centro Islamico di Milano di Viale Jenner ha sposato la figlia di un elemento di spicco del Fis. Dalle indagini del Ros è emerso che l’organizzazione fosse dedita al traffico di armi di provenienza illecita da utilizzare per gli attentati terroristici dei gruppi armati del Fis e del Gia (Gruppo Islamico Armato) in Europa e in Algeria. Inoltre Lounici aveva anche sviluppato una rete che si è occupata della produzione di documenti falsi da fornire ad elementi integralisti che dovevano abbandonare l’Algeria per poi essere accolti in Italia.

L’indagine ha rivelato:

− l’operatività e le progettualità terroristiche degli indagati, nonostante le attività repressive compiute nei loro confronti;
− l’esistenza di altri soggetti presenti in Campania e altre regioni d’Italia organici alla medesima struttura eversiva, attiva sul territorio nazionale;
− la riconducibilità degli indagati al Gspc algerino (Gruppo Salafita per la Predicazione e il Combattimento);
− la disponibilità a sostenere logisticamente e operativamente i gruppi armati operanti in Algeria e prendere parte attiva alle azioni in quel Paese;
− la ricerca di armi e il procacciamento sistematico di documentazione falsificata a beneficio degli aderenti, nonché di coloro che ne fanno richiesta, a scopo di autofinanziamento;
− lo svolgimento di intensa attività di proselitismo, finalizzata a stimolare la comunità islamica ad aderire ai vari conflitti armati nel segno della jihad;
− l’immigrazione illegale in territorio italiano di militanti islamisti, deputati a mantenere i collegamenti con omologhi gruppi operanti in madrepatria ed in altri Stati europei.