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Appartiene alla mia generazione. Io surfo tra le onde, Ettore Pagano, tra le Suite di Bach. Lui è determinazione, saggezza, armonia. Sono seduta in prima fila nella splendente sala della neoclassica Villa Pignatelli. Non mi perdo una sua nota, il suo respiro va all’unisono con la bacchetta che vibra. Il suo ciuffo scapigliato lo rende sexy come l’altro idolo, Stefan Hauser Ettore Pagano, enfant prodige, diplomato nell'anno accademico 2020/2021 con lode e menzione d'onore. Il suo curriculum è chilometrico: ha avuto maestri come Antonio Meneses e David Geringas, ha ottenuto il primo premio nel Concorso Internazionale Johannes Brahms (AT), ottenendo nella fase finale il punteggio pieno della giuria, per la prima volta conferito nella storia del Concorso. A soli 16 anni, è stato tra i sette finalisti del Concorso Internazionale Senior Antonio Janigro di Zagabria, il più giovane concorrente tra un centinaio di candidati provenienti da tutto il mondo e, sempre nel 2020, ha vinto il Concorso Anna Kull a Graz. Nel 2019 ha ottenuto il primo premio al Concorso per giovani musicisti indetto dalla Filarmonica della Scala di Milano, ottenendo la Borsa di studio in memoria di “Maura Giorgetti”. Nel 2017 è risultato vincitore del secondo premio (1° non assegnato) conferito dalla New York International. Tra una sonata e un Capriccio di Ligeti. In un presente sul quale riusciamo a stento a soffermarci ( tale è la speditezza degli avvenimenti), vale la pena di fermarsi un attimo e di ascoltare Ettore. Di viverlo in pieno con la sua musica.