Voce di Napoli | Navigazione

La conoscete la storia del ‘Ciuccio che chiama orecchie lunghe il cavallo’?

Scrivere di Napoli come città razzista provoca imbarazzo, una narrazione delle cose falsa e completamente distorta

Di Carmine Ubertone – Dove la stampa è libera e tutti sanno leggere, non ci sono pericoli. Il ‘potere’ di libera espressione però non deve trasformarsi in quello di diffondere enormi sciocchezze: è questo il caso del quotidiano ‘Il Giornale‘ che ha posto la sua attenzione sull’avventura napoletana di Kalidou Koulibaly apostrofando la nostra città come razzista.

La storia del ‘Ciuccio che chiama orecchie lunghe il cavallo’?

Ci vuole ‘coraggio’ a scrivere queste cose, dalle nostre parti si dice: “O’ ciuccio chiamma recchia longa o cavallo”. Sì, avete capito bene, per il quotidiano milanese, Napoli è una città razzista dove il buon Kalidou ha dovuto subire le peggiori cose. ‘Il Giornale’ scrive: “Koulibaly, a Napoli, ha dovuto sopportare le peggiori cose, perfino schivato per strada, la scimmia”. Leggere queste righe ti provoca enorme fastidio: accusare Napoli e i napoletani di razzismo è una delle più grandi nefandezze, falsità, a dirla proprio bene, cazzate mai lette.

E’ un falsificare la realtà. Fino a prova contraria, le ‘peggiori cose’ il buon Kalidou – per non dire tutto il popolo napoletano – le ha dovute sopportare quando si è andati in trasferta, in tutti gli stadi del Nord: Bergamo, Firenze, Milano, Torino e chi più ne ha, più ne metta. L’articolo de ‘Il Giornale‘ non fa altro che alimentare lo ‘SputtaNapoli’ a cui ci siamo purtroppo, tristemente abituati. Napoli ha ‘mille colori‘, ma di certo, quello triste e sbiadito del razzismo, non sa neanche come sia fatto.

Viva viva o Senegal

Viva viva o Senegal’. Napoli, sin dal primo giorno, ha adottato Kalidou come un figlio, lo ha ricoperto d’affetto senza chiedere mai nulla indietro. Lo ha accompagnato per mano nelle tantissime battaglie che ha dovuto affrontare proprio in ogni stadio del Nord Italia.

Lo stesso Koulibaly, in svariate interviste, ha sempre avuto parole di amore profondo nei confronti di Partenope: “Amo i napoletani anche perché a Napoli non esiste il razzismo“. Un sentimento che evidentemente dà fastidio e provoca una certa gelosia in diverse latitudini d’Italia, al punto d’inventare la qualunque pur di mettere zizzania. Fare informazione è una cosa seria, che comporta responsabilità: scrivere di Napoli come città razzista provoca imbarazzo, una narrazione delle cose falsa e completamente distorta.

L’Italia è razzista, Napoli no!

Napoli non è una città, è un mondo. Ha un cuore grande e accogliente, tinte vive che disegnano l’orizzonte e mani generose che sanno darti la carezza che hai sempre sognato. I colleghi de ‘Il Giornale’ si prendano qualche giorno di ferie dalla frenetica e cupa Milano per venire in vacanza sotto l’ombra del Vesuvio: la prossima volta, probabilmente, qualcuno eviterà di perdere tempo a scrivere determinate sciocchezze. I fatti parlano chiaro: l’Italia è razzista, Napoli no.

L’ARTICOLO DE ‘IL GIORNALE’

Napoli definita razzista