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Condannato a 30 anni il killer di Simone Frascogna, il dolore della madre: “Lo Stato ha ucciso di nuovo mio figlio”

La rabbia si mescola al dolore negli occhi e sui volti del genitori di Simone Frascogna, il 19enne ucciso nella sua Casalnuovo lo scorso 3 novembre 2020 a colpi di fendenti per mano di una baby gang composta da tre suoi coetanei.

Il dolore dopo la sentenza: “Lo Stato italiano sta tutelando gli assassi”

E’ questo l’animo con cui, solo nel primo pomeriggio di oggi, è stato letto il verdetto della Corte di Assise di Napoli, presieduta da Teresa Annunziata, che ha condannato a 30 anni di carcere Domenico Iossa, il 19enne reo confesso dell’omicidio del giovanissimo Simone. Iossa dei tre che hanno preso parte al brutale assassinio era l’unico maggiorenne. La madre però non ci sta ed annuncia che farà di tutto per avere giustizia, come recita uno striscione portato oggi, all’esterno del Tribunale partenopeo da amici e parenti.

Io non ci sto – commenta la madre, Natascia Lipari, a VoceDiNapoli.it annunciando da subito che farà ricorso –  lo Stato italiano oggi ha ucciso di nuovo mio figlio”. “Volevamo l’ergastolo – chiarisce la donna – come è stato condannato mio figlio”.

C’è un video: “Farò vedere a tutti cosa hanno fatto a mio figlio

Ricorrerò – sottolinea Natascia – arriverò alla corte di Strasburgo se è necessario, manderò a chiamare in causa lo Stato italiano, perché sta tutelando gli assassini. Sta dicendo uccidete, perché tanto non vale nulla la vita di un essere umano. In mano abbiamo un video, non l’abbiamo mai voluto vederlo, ma in Appello lo girerò per far vedere a tutti cosa hanno fatto a mio figlio, per far capire con quanta crudeltà è stato ucciso. Io non ci sto”.