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Pianura, presa vedova di camorra: con l’omicidio del marito iniziò la faida

Sorpresa in casa con 133 grammi di hashish divisi in dosi e 460 euro in contanti, ritenuti provento dello spaccio. Arresti domiciliari per Veronica Mazzanti, 35 anni, vedova di Carmine Pesce, fratello dell’ex boss Pasquale “‘e Bianchina”, dall’estate 2017 collaboratore di giustizia.

Il marito venne ucciso in un agguato di camorra il 26 febbraio 2004. Quel giorno segnò l’inizio delle ostilità all’interno del clan Marfella, dominante nel quartiere di Pianura, periferia occidentale di Napoli, dopo aver vinto la faida con i Lago.

Carmine Pesce, che faceva parte del commando di fuoco che il 10 agosto del 2000 uccise per errore due innocenti (Luigi Castaldi e Paolo Sequino), era considerato il cassiere del clan e il suo omicidio venne eseguito dal gruppo Varriale-Mele che diede vita così alla scissione. Ad uccidere Carmine Pesce, secondo le indagini della magistratura, fu il cugino Giuseppe Mele, destinatario nel 2014 di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere insieme ad altre 5 persone.

Oggi la moglie di Carmine Pesce dovrà scontare i domiciliari dopo essere stata sorpresa in casa con diverse dosi di hashish. La donna ha provato a liberarsi delle droga gettandola dal balcone ma i carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Bagnoli, appostati sotto al palazzo, hanno recuperato tutto.