Una faida spietata, entrata nel vivo dopo l’esplosione di un colpo di bazooka contro il cancello della casa del boss che poco prima era rientrato a bordo di un’auto blindata.

Da quell’episodio in poi, avvenuto il 3 ottobre del 1998, si è verificata una escalation di violenza che ha raggiunto l’apice l’anno successivo, quando vennero uccise quattro persone nel giro di pochi mesi, venne fatta saltare in aria un’auto parcheggiata sotto la casa dello stesso boss, Pietro Lago (deceduto nel 2014), e furono diversi i tentativi di omicidio e i raid intimidatori sotto casa di persone legate ai due gruppi criminali in guerra.
E’ la faida tra il clan Lago e i suoi ex luogotenenti dei Marfella avvenuta alla fine degli anni Novanta. I primi esponenti nell’area occidentale di Napoli dei Casalesi e del primo boss Antonio Bardellino, i secondi invece vicino all’Alleanza di SecondiglianoTra le vittime innocenti, oltre a Luigi Sequino e Paolo Castaldi, uccisi il 10 agosto del 2000 sotto la propria abitazione perché scambiati per guardaspalle di un elemento di spicco del clan Lago (il genero del boss), sono stati coinvolti anche parenti di affiliati a entrambi i gruppi camorristici.
Diciotto anni dopo, infatti, è stata fatta pienamente luce sull’omicidio di una delle altre due vittime innocenti, uccise per una vendetta trasversale. Entrambe infatti erano imparentate con affiliati appartenenti ai due clan.
La Squadra Mobile di Napoli ha eseguito in mattinata un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, nei confronti di Pasquale Pesce, 49 anni, detto Ciocchiello, responsabile dell’omicidio di Vincenzo De Liso, 54 anni, venditore ambulante di pane ucciso con nove colpi d’arma da fuoco il 1 maggio del 1999.
Sull’episodio è stata fatta chiarezza grazie alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Luigi Pesce (uno dei killer di Gigi e Paolo) e Giovanni Romano. Dalle indagini è emerso che Pasquale Pesce (già detenuto e anch’egli coinvolto come sicario nell’omicidio di Gigi e Paolo) aveva pianificato e preso parte al gruppo di fuoco, insieme al capoclan Giuseppe Marfella (già condannato in via definitiva) per l’agguato nei confronti di De Liso, ucciso per vendicare Giustino Perna, ammazzato appena 24 ore prima dal clan Lago.
Due vendette trasversali avvenute a distanza di poche ore. Giustino Perna era un assicuratore che ha pagato la sua vicinanza al clan Marfella. Il fratello Carmine era un affiliato di spicco della cosca. Stesso discorso per Vincenzo De Liso, padre di Guido e Fabio De Liso, considerati elementi contigui ai Lago. Lo stesso Guido De Liso è stato poi condannato all’ergastolo proprio per l’omicidio dell’assicuratore Giustino Perna.
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