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Listopoli, le accuse di Madonna: “La Valente per me era a conoscenza dei fatti”

Emergono nuovi dettagli nell’inchiesta su Listopoli chiusa giorni fa dal pm Stefania Buda. Indagine nata lo scorso febbraio quando è stata scoperta la presenza di 9 candidati a loro insaputa all’interno di una lista civica, NapoliVale, che sosteneva Valeria Valente alle elezioni a sindaco di Napoli.

Il primo caso scoppiò con la candidatura di una ragazza disabile, partendo da quello poi se ne sono scoperti altri. L’ipotesi di reato è violazione della normativa elettorale imputata a Gennaro Mola, coordinatore del comitato elettorale della Valente e suo compagno, del suo collaboratore Renato Vardaro, dell’allora consigliere comunale Salvatore Madonna e di altri due esponenti del PD Aniello Esposito e Tonino Borriello, loro due dovranno rispondere solo dell’illecito riguardante le firme autenticate in modo non conforme alla legge.

Valeria Valente ha sempre detto di non sapere nulla di quanto accadeva all’interno dei suoi comitati e di non aver seguito lei personalmente la compilazione delle liste. Salvatore Madonna, però, nei suoi interrogatori ipotizza che la candidata a sindaco, invece, potesse essere a conoscenza di questi illeciti e che il dubbio gli è venuto dopo che la Valente riprese una frase di Luigi De Magistris, che dopo lo scandalo della ragazza disabile inserita a sua insaputa nella lista civica disse: “Un caso è più grave, più casi è particolarmente grave“.
Mi sono domandato come mai fosse preoccupata su più casi, visto che quello di cui si parlava era uno solo. Da qui il mio sospetto che lei fosse a conoscenza che quello di cui si parlava non era un solo caso“.

Madonna ha indicato Gennaro Mola come la persona che gli diede i documenti compilati, dunque, già con le candidature fittizie, da firmare:
Io li ho solo sottoscritti velocemente. Non riesco a capire come sia possibile che tutti i candidati falsi siano stati sottoposti a me per l’autentica. Non chiesi niente perché ho avuto timore di una mira incontenibile reazione violenta“.
Dal canto suo Mola sostiene che non sapesse come fossero stati inseriti i candidati nelle varie liste e di non essere stato lui a portare i documenti a Madonna per l’autentica delle firme. Anche la Valente continua a ribadire che non riesce proprio a spiegarsi come quei nomi siano finiti nelle liste a suo sostegno:
Ancora oggi non riesco a capire come possa essere accaduto l’inserimento di persone inconsapevoli“.

Dall’indagine emerge, secondo le testimonianze di Francesco Marra e Ciro Accetta, delegati della lista, che nella notte tra il 6 e il 7 maggio del 2016, ci fosse un grande caos perché non si era raggiunto il numero sufficiente e che a un certo punto nella sala riunioni entrò Renato Vardaro, esponente del PD, che invitò a un senso di responsabilità per evitare di pregiudicare le liste, dichiarazione smentita dallo stesso Vardaro. I risultati dell’indagine chiariranno cosa sia accaduto e chi sia il responsabile dell’inserimento di persone candidate a loro insaputa.