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Gli ultimi messaggi di Alessandro a Giulia: “Torna a casa, ti aspetto, che succede baby”

Ha ucciso Giulia Tramontano, incinta di 7 mesi del suo bambino, e poi ha inscenato il suo allontanamento volontario. Per rendere credibile questa versione le ha mandato diversi messaggi, ma intanto, Alessandro Impagnatiello, girava per Milano con il suo cadavere nel bagagliaio dell’auto, provava a ridurlo in cenere. Fino a mercoledì, quando ha decido di abbandonarlo in un campo poco distante da casa, ha continuato a cercare di disfarsi di Giulia e Thiago morti, mentre mandava finti messaggi.

A inchiodarlo le tracce di sangue in auto, in casa, la benzina, le ricerche su Google e poi la testimonianza dell’amante, dell’altra donna che aveva visto Giulia poche ore prima del brutale assassinio. Per Alessandro non c’è stato scampo e dopo l’interrogatorio dei carabinieri è crollato e ha confessato il delitto indicando anche il luogo in cui aveva lasciato il cadavere. Luogo che si è trasformato in un piccolo santuario: fiori, dediche, pupazzi e palloncini per Giulia e il suo bambino.

Mentre tutti speravano e cercavano la ragazza, lui fingeva che se ne fosse andata via e le scriveva: “”Dove sei?”, poco dopo la mezzanotte di sabato quando Giulia era già morta da ore, in un orario compreso tra le 19 e le 21 circa. La mattina seguente, verso le 7.50, riscrive: “Hey, io sono arrivato al lavoro. Ora scendo a cambiarmi, faccio colazione e attacco!”. Come se niente fosse. “Tu riposati”. Con lei nel bagagliaio.

“Hey, ma sei ancora a letto?‘”, digita così dopo le 10. “Mi chiami, per favore?”, ancora alle 11.30. Fino alle 18, con tono fintamente allarmato: “Baby, dove sei?? Ci stiamo preoccupando tutti!”.