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La Napoli “Sotto” e la Napoli “Sopra”  di Pregiudizi Convergenti secondo l’occhio del penalista/ regista Domenico Ciruzzi. Antonella Stefanucci sul palco si conferma ‘na cosa grande

Potrebbero essere il Roberto Rossellini e l’ Anna Magnani, anticipatori di quel cinema neorealista che ha fatto scuola ai tempi di Hollywood sul Tevere. Potrebbero essere Francois Truffaut e Fanny Ardant sulla scia della nouvelle vague. Quel Truffaut che delle gambe delle donne diceva sono compassi che misurano il globo terrestre in tutti i sensi, dandogli il suo equilibrio e la sua armonia.

Domenico Ciruzzi, brillante avvocato penalista dal curriculum fitto fitto: Presidente della Camera Penale di Napoli e docente di Corsi di formazione specialista alla Sapienza di Roma, vicepresidente delle unioni delle Camera Penali Italiane. Ma dal 1977 fa sperimentazione teatrale con Silvio Orlando e fondano “Il Teatro dei resti”…
Autore e regista di “Cavalla Pazza” e “Mezzo Sguardo languido e 3/4 di sorriso” con Antonella Stefanucci della scuola di Eduardo e che poi diventerà sua moglie.

E poi ancora Ciruzzi collabora a via con il Vento con Salvatores per Rai Due. I suoi film “Angeli” e “Sbraineff”, sempre interpretati da una straordinaria Stefanucci ( che ha la stessa presenza scenica di una Filumena Martorano) sono selezionati e premiati ai festival internazionali.

Cinema e tribunali, le sue passioni che interseca in Connivenze ‘inconsapevoli’, mise en scene che risale al 2012. Adesso al Trianon ( direttore artistico Marisa Laurito) hanno debuttato marito e moglie (il figlio Alfredo seduto in prima fila ad applaudire questi genitori un po’ atipici ma portatori di solidi valori).

Come avvocato Ciruzzi si è occupato di tutto, dalla camorra al terrorismo. Ecco il fil rouge di questo ultimo progetto esplorativo nel mondo della criminilatà della Napoli “ sotto”, “Pregiudizi Convergenti”, è un racconto sulla realtà marginali, attraverso la lente distorta della cronaca giudiziaria ( la Napoli sopra).

Anche giudici distratti e approssimativi, burocrati e disumanizzati e avvocati azzecarbugli ne escono maluccio. Angelina, una povera crista, che ogni giorno compie il rituale del colloquio con il marito dietro le sbarre di Poggioreale. Dialoghi crudi e grotteschi di una vita bruciata. Che sono tante.