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Titolo: La famiglia non esiste piu’. Ce lo ricorda Anton Cechov, il grande drammaturgo russo, in scena al Mercadante

Il Giardino dei Ciliegi è l’ultimo lavoro di un Cechov malato e vicino alla morte eppure mai così attaccato alla vita. Anima del mondo e speranza nel futuro. “Nell’uomo muore tutto ciò che è legato ai cinque sensi – scrive nei suoi Quaderni – Quel che sta oltre è probabilmente enorme, inimmaginabile, sublime e sopravvive”.

E riflette sulla goffa incapacità di vivere degli esseri umani. Il loro strabismo esistenziale sulla propria anima. Lo porta in scena Rosario Lisma, con un cast eccellente: Milvia Marigliano, Rosario Lisma (anche attore) Giovanni Franzoni, Eleonora Giovanardi, Tano Mongelli, Dalila Reas.

Protagonista è l’aristocratica Ljiuba, di ritorno in Russia nella casa d’infanzia dopo una lunga residenza a Parigi. Appresa la gravissima situazione debitoria e lo stato in cui versa il patrimonio di famiglia, Ljiuba è costretta a mettere all’asta l’intera proprietà con il suo bellissimo giardino. Decadentismo, rovescio di fortuna e riscatto sociale, ad acquistarla sarà Lopachin, figlio di un vecchio servo della nobile casata , vincente e rampante, ma incapace di amare, che, abbattendo il giardino dei ciliegi, spalancherà la porta alla “rivoluzione” immobillare/industriale, villette per tutti.

I nobili decaduti che vivono nell’inerzia, incapaci di reagire ai problemi reali, questi dandy che si “sono mangiati il patrimonio in caramelle” o sono “morti di champagne”, sembrano alla ricerca dell’armonia perduta. E ricordano i protagonisti di “Ferito a morte” di La Capria, sulla deriva dell’aristocrazia napoletana incapace di entrare nella modernità.

Seppellito il passato, dal seme del giardino dei ciliegi germoglierà il futuro al grido di Anja, fille en fleur, figlia di Ljiuba: “Ciao vita vecchia. Buongiorno vita nuova”. Repliche fino al 19 marzo. Da vedere assolutamente.