Il patto per Napoli. Il premier sta agendo internamente e in politica estera con grande autorevolezza: la città è ora protagonista
Soldi pubblici con responsabilità. È questo il motto di Mario Draghi. Il premier ed ex presidente della Banca Centrale Europea (Bce) nonostante sia uno dei massimi esponenti della finanza istituzionale mondiale, sia a livello nazionale che europeo ha dato una forte impronta volta ad una rivoluzione della spesa pubblica.
I patto per Napoli
Con il Patto per Napoli il governo ha concretizzato un accordo che ha di fatto salvato la città. Nelle casse vuote di un comune in rosso e a rischio dissesto, arriveranno 1.2 miliardi. Fondi spalmati in 20 anni ed elargiti in base agli obiettivi programmatici raggiunti. Lo schema è lo stesso del Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza (Pnrr): i soldi arrivano ma poco alla volta, perché sarà fondamentale gestirli bene e quindi non sprecarli.
Draghi
In prospettiva europea Draghi è uno dei sostenitori della rivisitazione del Patto di Stabilità (quello basato sul rapporto tra il Pil e il debito pubblico di uno Stato). Ovvero il pilastro della rigorosità sulla tenuta dei conti pubblici di ogni paese membro. Lo spessore del premier ha fatto si che altre nazioni, soprattutto quelle dell’Europa mediterranea e del Sud (in particolare Spagna, Portogallo, Grecia più la Francia), si associassero all’Italia. Il presidente del Consiglio sta in pratica riempendo il ‘buco’ lasciato da Angela Merkel. Ma l’autorevolezza di Draghi è emersa anche in queste settimane in cui è stato necessario un grande lavoro diplomatico rispetto alla guerra tra la Russia e l’Ucraina. Il Belpaese è tra i capifila del fronte alleato occidentale.
Manfredi e il governo
A livello nazionale il premier è riuscito a imporre una tassazione ai big del petrolio. Un modo per evitare che ci fossero ulteriori speculazioni sull’aumento del costo dei carburanti. Difficile di questi tempi che qualcun altro possa esserci riuscito. Con l’arrivo ufficiale a Napoli e la firma del Patto per la città, insieme al sindaco Gaetano Manfredi, il premier ha dato un duplice segnale: in primis rimarcare l’importanza che la più grande città del Sud ha per l’Italia; in secondo luogo il presidente del Consiglio ha rafforzato la maggioranza nell’ambito dell’asse Pd–M5S, ovvero i due partiti che hanno sostenuto la candidatura del sindaco.